martedì 10 settembre 2013

BIMBI SENZA FAMIGLIA, PERCHÈ NON SE NE PARLA?





Oltre trentamila bambini in Italia non hanno una famiglia. Vivono in balia del caso, spesso sfruttati, maltrattati, abbandonati. Solo l'uno per mille viene affidato a genitori adottivi. Un fenomeno sociale allarmante di cui non si parla: forse perchè conta e pesa poco, se non quasi nulla. O forse perchè non conviene parlarne, data l'enormitá della questione per niente  aperta a soluzioni positive.
Su questo tema esplode intanto la polemica. Il centro adozioni, attivo da tempo presso la chiesa di Sant'Anna, a Potenza, con una comunitá alle spalle e un consistente gruppo di volontriato, festeggia a giugno la giornata delle adozioni. Nel Mezzogiorno è la realtá più cospicua e importante. Quella che conta rapporti locali e internazionali di tutto rilievo. Quest'anno poi la pubblicazione di un libro "I fili dell'amore", una raccolta di testimonianze curata da Donata Larocca, ha aperto il cuore alla speranza ed è stato inevitabile proporre al Centro adozioni di Sant'Anna e ai suoi responsabili di avviare un dibattito soprattutto sul grave problema dei bimbi abbandonati, al di lá della festa che si conclude tradizionalmente con un magnifico pranzo tra i boschi che fanno da corona alla cittá. Una festa in piena regola, con palloncini e bandierine multicolori nelle mani dei bambini e con le coppie adottive con un sorriso sfavillante sul volto. Comprensibile, ovvio. Quasi un omaggio alla fortuna che ha baciato queste piccole creature.
Paradossalmente il libro è durato il tempo di un giorno.  Finito nel silenzio, è la dimostrazione che non riesce a mobilitare delle riflessioni sul destino di migliaia di bimbi, dimenticati anche loro come il libro. Ignorati dall'opinione pubblica, impotenti difronte al dramma della loro condizione umana. 
Insorge Anna Miliotti, autrice della prefazione al lavoro, che ritiene sproporzionato un energico richiamo al Centro adozioni di Potenza  perchè si dia spazio a un dibattito sulla condizione di abbandono di migliaia di bambini. Oltretutto, allo stato, si sta giá lavorando alle iniziative per il nuovo anno, nella speranza che a festeggiare non siano solo i fanciulli adottati, ma soprattutto quelli in attesa di un futuro. Non è forse questo un  argomento di dibattito di grande spessore? La mano tesa di Papa Francesco ai poveri e agli emarginati dovrá indurre la  comunitá di Sant'Anna a essere attenta, ma attenta sul serio, a questo gravissimo evento, destinato ad assumere contorni sempre più netti nel tempo. Una scelta di campo vera e propria da non sottovalutare.  Anzi da fare con urgenza.

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