domenica 1 settembre 2013

A VIGGIANO IL POPOLO DI MARIA




Se c'è una constatazione da fare essa riguarda inevitabilmente il carattere immutabile, e immutato negli anni, della partecipazione di migliaia di persone alla cerimonia di trasferimento della Madonna di Viggiano dal Sacro Monte alla basilica, con il grande pellegrinaggio di inizio settembre. 
Anche oggi la bella cerimonia ha avuto le caratteristiche di una presenza corale di tutto il popolo, non solo lucano, all'evento che si traduce in un omaggio a Maria, un riconoscimento del suo ruolo di Madre e protettrice delle genti lucane. Se vogliamo, un ritorno al passato, ma non in termini di una retorica inutile e consunta, quanto di una forte manifestazione di fede. Una riscoperta delle radici  della devozione che lega i lucani alla Vergine. Protagonisti donne e uomini, bambini e soprattutto tanti e tanti giovani che hanno animato la due giorni di Viggiano, iniziata all'alba di sabato con una lunga escursione dai monti di Sasso Castalda, ai piedi del Pierfaone, fino al santuario della Madonna nera.
Composto e attento il popolo di Maria ha animato le strade della cittadina, i vicoli, le viuzze circostanti, i borghi rurali alle pendici della montagna assistendo alla Santa Messa celebrata dall'Arcivescovo mons. Superbo, in un clima corale. Lo  stesso clima introdotto da Papa Francesco in segno di rinnovamento della Chiesa del terzo Millennio. Un segno importante questo. 
Sullo sfondo della cerimonia le parole del Parroco di Viggiano, don Paolo D'Ambrosio che ha introdotto  la celebrazione della messa, definendo il pellegrinaggio non solo un segno di devozione, quanto piuttosto una dimostrazione di attaccamento filiale alla Vergine. Un dato da valorizzare, una caratteristica della gente del Sud,  in piena era tecnologica che domina anche il Mezzogiorno ben lontano ormai dal tempo del Cristo si è fermato a Eboli. 

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