domenica 17 marzo 2013

PARCO DELL'APPENNINO, ASPETTANDO LA CARTA EUROPEA DEL TURISMO


                                                             Il Giubileo con la neve


Gli operatori turistici del Parco nazionale dell'Appennino lucano attendono  che l'adesione alla Carta europea del turismo produca gli effetti desiderati. Anzitutto che mobiliti nuove risorse e nuove energie capaci di assicurare flussi di visitatori qualificati: non un turismo da picnic, ma un interesse vero per le caratteristiche naturali dell'area. Per le sue peculiarità. Su questo tema si batte da sempre il presidente dei Direttori d'Albergo della Provincia di Potenza, Michele Tropiano, che ha in programma una conferenza stampa volta a illustrare alcuni  degli  obiettivi prioritari. 
Si batte anche, con molto vigore, il direttore del Giubileo hotel di Rifreddo, Antonio Giubileo.
Direttore, cosa in concreto aspettate dall'adesione del Parco alla Carta europea del turismo? 
"Attendiamo un spinta che incoraggi il turista a venire nei meravigliosi luoghi del Parco nazionale. Ci sono tante località di grande pregio che se soltanto fossero al Nord avrebbero un altro peso e un rilievo ben diverso. Il turismo per noi è tutto. Ne ho discusso anche con il responsabile dell'Apt, Gianpiero Perri, al quale chiediamo iniziative concrete in grado di divulgare e promuovere, ad esempio, il turismo culturale. La conoscenza delle aree archeologiche, ma non solo. Anche le alte quote. Il Sirino, come il Volturino, il Raparo includendo la montagna di  Rifreddo."
Al di lá delle vostre richieste, ritenete ci sia un ruolo specifico delle istituzioni, a cominciare dalla Regione, prima di tutto?
"Certamente. La Bit di Milano è stata una parentesi importante. Ma la Borsa internazionale del turismo diventa, una volta l'anno, una vetrina in cui  le caratteristiche della nostra terra passano inevitabilmente in second'ordine. Dobbiamo cercare occasioni finalizzate davvero alla Basilicata, occasioni in cui si parli del Parco  nazionale. Ma sul serio. Non marginalmente, trovando le risorse per farlo."
Si riferisce probabilmente alle royalties del petrolio? 
"Senza alcun dubbio. È il caso di auspicare che finalmente questo denaro sia utilizzato anche, starei per dire soprattutto, per favorire una conoscenza delle nostre realtá per nulla superficiale. In che modo? Ponendo in essere politiche capillari sul territorio nazionale e non solo. E poi pubblicizzando al massimo una terra che ha grandi ricchezze."
Le chiedo: c'è da sperare che qualcosa possa accadere sul serio? 
"Mi auguro di si, anzi sono fiducioso. Al punto in cui ci troviamo le promesse non servono più. Il mondo cambia e noi non possiamo rimanere al palo con tutto questo ben di Dio, rappresentato da una terra ricca di potenzialità ma povera di iniziative all'altezza di una posta in gioco, in grado di garantire un domani diverso."

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