domenica 31 marzo 2013

LA BASILICATA PATTUMIERA SI RIBELLA





Dopo il nucleare, dopo le mille trivelle in Val d'Agri e l'incalzante richiesta di nuovi permessi per la ricerca di petrolio nel mare Jonio,  dopo la lunga  vicenda Fenice la Basilicata dice NO agli appetiti dei petrolieri che vorrebbero avviare estrazioni a tappeto finanche nel Vulture - Melfese. A protestare, esprimendo totale disappunto per i nuovi permessi ora soltanto richiesti ma facilmente ottenibili, è il responsabile di Federparchi lucana, Domenico Totaro presidente del Parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese. 
Uno sfregio al territorio e alle sue ricchezze. Le trivelle nel Vulture decreterebbero la morte di un'area di grandi tradizioni con una enorme capacitá produttiva nel settore dei vini e del turismo. Ma anche nell'imbottigliamento di acque minerali che provengono dalle viscere dall'antico vulcano esploso ben ottocento mila anni addietro. 
Una sciagura, insomma, per giunta irreparabile. 
A questo punto il problema è uno solo: governo nazionale e regione Basilicata non possono per un verso tutelare le ricchezze del territorio e contemporaneamente elargire a piene mani permessi di ricerca di idrocarburi per un numero imprecisato di trivelle ammesse finanche nei parchi, con la scusa banale che erano state autorizzate prima della perimetrazione delle varie aree protette. 
Una politica dei "due tempi" sarebbe una politica oltretutto miope e ipocrita. Una politica dissennata e infame proprio nel momento più acuto della crisi, destinata a pesare sulle famiglie ma anche su intere popolazioni. Quelle lucane anzitutto. 
E dire che i meccanismi di controllo per garantire piena tutela al territorio esistono eccome. Almeno sulla carta. L'Arpab (che non è più quella del silenzio assenso) ha al suo vertice un direttore generale proveniente dalla stirpe dei Vita ed è quanto mai interessato a cambiare registro promuovendo, se non proprio una rivoluzione in piena regola, almeno un cambiamento di rotta  inequivocabile. Per tutte le inadempienze vere o potenziali Raffaele Vita dà torto alla  politica e dice che bisognerebbe appunto cominciare a cambiare il modo di gestire e amministrare, giacché molte responsabilità sono proprio in capo a lor signori.  Quelli che contano, beninteso! 
Si, d'accordo. Un conto è l'Arpab, un altro conto sono le operazioni stratosferiche delle compagnie petrolifere che vengono da molto lontano e guardano molto lontano...
Quali  gli interessi in campo? Naturalmente enormi. Chi mai, ad esempio, ha osato chiedere quali sono gli introiti delle compagnie che estraggono petrolio ad libitum  senza dar conto a chicchessia? Nessuno. Assolutamente nessuno si è mai preoccupato di un aspetto del genere. Al riguardo un ufficiale della Guardia di Finanza mi faceva notare, qualche tempo addietro, l'impossibilità di esercitare un controllo sulle effettive estrazioni di greggio dal sottosuolo lucano, in assenza di una precisa normativa in tal senso. Il rischio? Quello che le fiamme gialle potessero incorrere addirittura in una forma di grave abuso delle loro specifiche funzioni. 
A dir poco incredibile, ma purtroppo vero.  Terribilmente vero. 

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