giovedì 20 settembre 2012

IL PARCO NON E' UN MOTORE IMMOBILE

               

Sulla scia  del pensiero  aristotelico e in una dimensione davvero concreta della realtà odierna, che farebbe forse arrabbiare il grande filosofo greco,  é proprio il caso di dire che il Parco dell'Appennino non é e non puó limitarsi a essere un semplice motore immobile. Potenzialmente dinamico ed efficiente, ma nella sostanza delle cose fermo e statico, appunto. Sarebbe una sciagura dalle conseguenze molto serie.    
Gli scenari odierni, con le varie problematiche,  sono alla base del secondo numero di "Appennino lucano" la Rivista on line del Parco nazionale che affronta vari nodi legati al turismo e allo sviluppo dell'area con un preciso riferimento al nesso ambiente-petrolio, ai temi della cultura capaci di fare  della giovane area protetta davvero un simbolo del Sud. 
Si vanno, dunque, delineando  sempre meglio il ruolo e la funzione della Rivista on line che non sono solo di facciata: un parco, specie poi se nazionale, deve avere la sua voce. La sua proiezione all'esterno.  D'accordo ma non basta. Del resto lo stesso presidente Totaro, sin  dal tempo difficile del commissariamento  della giovane area protetta quando le tensioni politiche lasciavano intendere che si giocava una partita molto seria, anzi serissima,  ha sempre sostenuto l'esigenza di coinvolgere utenti, visitatori, abitanti con i mezzi di una corretta informazione.   
Ecco il punto. Fare della Rivista un momento di corretta ed esauriente informazione, giacché il Parco dell'Appennino non comincia e non finisce là dove sono i confini dell'area. La Rivista punta a mettere in campo le sue energie migliori e ad evitare di farsi irretire da un gioco al tanto peggio, tanto meglio di cui si avvertono le avvisaglie provenienti soprattutto dall'esterno del Parco. 
C'é infatti chi si meraviglia di tutto, chi vorrebbe ridurre questo importante organo di informazione sull'ambiente al rango di un banale "copia e incolla" che non gioverebbe certamente al Parco e meno che mai a chi lo dirige con scrupolo e impegno. 
Qual é dunque il percorso futuro della Rivista? Non per caso l'assessore all'ambiente della Basilicata, Vilma Mazzocco, ha fatto sapere di essere particolarmente interessata al discorso sullo sviluppo e l'ambiente, un tema destinato a farsi largo al Sud, di pari passo con le vicende dell'Ilva di Taranto. La Basilicata non é l'Ilva, fuori dubbio. Ma non per questo é il caso  di  abbassare la guardia. 
La Rivista vuol rappresentare la voce del Parco dell'Appennino ed essere nello stesso tempo un fattore di coinvolgimento della gente nella vicenda del secondo Parco nazionale di cui la Basilicata dispone. Una bella realtà da mettere a frutto anche con l'aiuto dei media, costruendo un dibattito in cui possano riflettersi le attività dei centri dell'area e le scelte nazionali. La vita del parco e le indicazioni provenienti dal governo del Paese con il senso della modernità di uno sviluppo possibile o, meglio, compatibile con il futuro della giovane area protetta. 

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