Sasso Castalda (Pz) (foto R. De Rosa - Riproduzione riservata) |
Se Luigi Spaccarotella, ex poliziotto ed ex detenuto, avesse avuto il pieno controllo della sua sfera emotiva avrebbe sicuramente evitato di metter mano alla calibro 9 di ordinanza per sparare all’impazzata e uccidere un tifoso della Lazio, distante da lui diverse decine di metri che certo non lo minacciava.
Spaccarotella (basta il cognome per raccontare una vita) agì in preda a un turbine emotivo che gli proibì di riflettere, nonostante le rigide disposizioni che impongono alle Forze dell’ordine di usare le armi solo in caso di legittima difesa o in emergenze gravissime.
L’emotività fa brutti scherzi in alcuni casi. In altri invece diventa elemento di caratterizzazione positiva della personalità dell’adulto e del bambino entrando a pieno titolo nella sfera comportamentale.
Lunga ma inevitabile premessa per introdurre un progetto sulla “educazione alla emotività” ma non per gli adulti come Spaccarotella quanto per i bambini piccoli, in età addirittura prescolare.
Un progetto ambizioso orientato non tanto al self-control quanto piuttosto al riconoscimento di quei fattori educativi dai quali dipende appunto la sfera emotiva e tutto ciò che ne consegue.
Il progetto è del Comune di Sasso di Castalda, una delle porte d’ingresso al Parco nazionale dell’Appennino lucano, d’intesa con la cooperativa Ethos e con la partecipazione di Maddalena Langone, esperta nell’analisi di vicende familiari e di coppia. Sullo sfondo la figura di Mariele Ventre, educatrice e organizzatrice del coro dell’Antoniano di Bologna, originaria di Sasso, una delle icone che danno lustro al piccolo centro, una sorta di borgo alpino ai piedi delle montagne.
Più che ambizioso il progetto equivale a una impresa ardua: fare in modo che il bambino cominci a disporre della strumentazione idonea per capire anzitutto cosa rappresenta la sua emotività e poi per riuscire a comportarsi di conseguenza nel corso degli anni in cui la consapevolezza sarà cresciuta a tutti i livelli. Almeno questa la previsione.
Sembra poco? Non credo, anzi la posta in gioco è di un rilievo talmente elevato da porre in discussione le basi educative e comportamentali della società in cui viviamo.
A parte l’originalità, un ingrediente con cui si misurano molti progetti degli enti locali, ci si chiede se questa iniziativa sia in grado di rappresentare un incentivo a conoscere il Parco nazionale e le sue risorse. Anche questa un’impresa non da poco.
Siamo soltanto all’inizio. Vedremo i risultati .
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