La sua spiritualità, soprattutto l’amore per Maria Santissima, la sua umiltà e la sua coerenza. L’essere santo: tutto deriva dalla profonda dedizione alla Croce di Cristo.
Non è esagerato definire Padre Pio santo sin da bambino, molto prima
dell’età in cui si manifesta uno spiraglio di conoscenza di ciascuno e del mondo. Lui, come dimostrano gli eventi, era già consapevole di tutto.
Indiscussa figura di mediatore tra il Cristo e l’umanità di questo tempo, anzi di tutti i tempi. Sicchè il centenario del testamento è un inno alla devozione alla Croce, in cui la sofferenza agisce sul corpo e sullo spirito, fino a configurare un percorso soprannaturale infinito. Quella sofferenza, non solo delle stigmate ma dei peccati dell'umanità che il Padre offre al Signore, sono testimonianza dell'amore per gli uomini e, al tempo stesso, volontà di salvezza.
Non c’è nulla di terreno nei suoi richiami alla fede e alla devozione a Maria. L’assoluta necessità della recita costante del Rosario, e non solo, rivela esigenze interiori che in lui derivano dall’attaccamento intimo al Sacrificio del Golgota. Una luce che emana da quei poveri legni che ressero il Corpo di Gesù. Una luce intensa, senza paragoni. In vita si cibava pochissimo, aveva una fulgida intelligenza del tutto soprannaturale che gli consentì di parlare a tu per tu con degli scienziati, con quella scienza divina che rafforzava la sua anima e il suo umile corpo.
A questo punto il testamento si spinge ben oltre il dato contingente, per quanto profondo. E anzi si traduce in totale coinvolgimento della carne e dell’anima, insieme. Partecipazione viva all’eternità.
Padre Pio rivela al mondo la creazione e l’assenza di una fine per l’anima universale, quella appunto in cui si manifesta la crocifissione come dato di fatto. Elemento della storia. Inoppugnabile. Incontrovertibile.
Mille prove, mille dimostrazioni, il susseguirsi di eventi inspiegabili e grandiosi nella vita dell’umile Frate fanno del suo testamento un messaggio eterno, diretto a tutti gli uomini, senza distinzione di appartenza, di colore, di razza.
La lettera del 12 agosto 1923, inviata da Padre Pio al sindaco di san Giovanni Rotondo Francesco Morcaldi, è una pietra miliare, una dichiarazione di amore infinito per gli uomini, come è stato fatto notare in questi giorni in cui si annuncia l'esposizione del cuore di San Pio il prossimo settembre, il mese del suo trapasso.
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