venerdì 13 aprile 2018

PER L'ITREC NICOLA PACE SCRISSE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA


                           
La Trisaia di Rotondella (Mt) foto R. De Rosa Riproduzione riservata

L’inchiesta della magistratura di Potenza sul nucleare, con il sequestro di una parte dell’impianto Itrec di Rotondella, sulla costa ionica lucana, riporta alla mente la complessa indagine avviata dal compianto Nicola Maria Pace negli anni 80 - 90, all’epoca  Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera. 
Considerata l’estrema gravità della situazione, illustrata nei dettagli dal rapporto Zaccaria (il capitano dei carabinieri che aveva diretto un pool di esperti nei primi anni 80) Pace si rivolse direttamente al Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, e fu ricontattato dal segretario generale della Presidenza, Gaetano Gifuni, che fece da tramite tra Scalfaro e la Procura materana. 
Al capo della Procura di Matera il capitano Zaccaria aveva infatti consegnato un rapporto, per buona parte autografo, in cui l’ufficiale sosteneva che l’impianto Itrec per il trattamento e il riprocessamento del  combustibile nucleare aveva funzionato in palese contrasto con la legge per lungo tempo tranne che per un breve periodo in cui era stato diretto dall’ing. Simonetta Raffaele (sic). 
Dati ed elementi raccapriccianti erano contenuti in quella indagine che dovrebbero essere (condizionale quanto mai necessario) conservati nei depositi del Palazzo di Giustizia di Matera. 
Pace aveva fondato fra l’altro la sua indagine sui numerosi incidenti,  verificatisi già all’epoca nel perimetro della Trisaia, sostenendo la necessità di una immediata e radicale bonifica per evitare il rischio di una contaminazione del mare jonio, a pochi passi dal centro nucleare lucano. Nodo che la Procura di Potenza intende oggi affrontare.  
La Sogin, incaricata dello smaltimento e della messa in sicurezza dei materiali nucleari, annunciò in quegli anni addirittura il “prato verde”, vale a dire il ritorno a condizioni iniziali dell’area, dopo la parentesi nucleare, ma non sembra che dei risultati in tal senso siano stati raggiunti.  
Fitta l’agenda del capitano Antonio Zaccaria, all’epoca dell’inchiesta di Pace comandante  del Reparto operativo del Comando Provinciale dei CC di Matera. Vi si legge: “Sentire Gilio in ordine al riprocessamento presso gli impianti ITREC/EUREX (detto Billy) …..traffico e provenienza  dei rifiuti nucleari (è verosimile che in 12 anni hanno riprocessato solo 20 barre)  e ancora (prof. Ganappini sentirlo con Gilio). 
Ad un tratto l’ufficiale dei carabinieri pone una domanda: “perchè l’Enea è andata avanti con un impianto fuorilegge per ben 20 anni, perseverando nella violazione delle norme.” 
Documenti preziosi e interessantissimi, quelli contenuti nei vari promemoria del capitano  che rinviano a rapporti internazionali, a una miriade di retroscena legati direttamente o indirettamente alla questione Trisaia, affrontata oggi in Basilicata con impegno e molta determinazione dal governo Pittella, bisogna riconoscerlo, l’unico in diversi decenni che si sia posto in modo analitico difronte a una questione di proporzioni davvero ciclopiche. 
Il responsabile dell’Ambiente, Francesco Pietrantuono, sottolinea infatti l’impegno per dare una risposta ai nodi principali di un problema dai contorni indescrivibili. "Abbiamo svolto ogni azione utile per garantire con responsabilità la tutela della salute, dell'ambiente e delle attività economiche dell'area".
La questione Trisaia presenta tuttavia aspetti inquietanti. I “traffici di armi e materiali nucleari vanno a finire sempre a Malta come destinazione finale e con denominazioni varie.” Queste alcune delle conclusioni dell’ufficiale dell’Arma. Ma c’è in quel rapporto ben altro, con riferimenti a persone e vicende destinate ora a ritornare in primo piano con l’inchiesta della Procura potentina. 
A questo punto sembra legittimo chiedersi quale sia stato, dopo l’inchiesta di Pace, il ruolo della Magistratura, lucana e non solo, per avviare quanto meno a soluzione il problema dei problemi, il nucleare di cui si ritorna a parlare oggi.    

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