mercoledì 30 marzo 2016

DA VIGGIANO ALLA BASILICATA DEL 2019


                          
                   Viggiano dall'elicottero (foto R.De Rosa)


Le festivitá pasquali hanno dato alla Basilicata la prova di una tenuta forse nemmeno sperata. Turisti in crescita ma con i soliti problemi di attrezzature e ricettivitá. 
Problemi inevitabili per una regione fino a ieri non abituata nemmeno all'idea del grande balzo che interessa Matera e continuerá a coinvolgere le aree lucane con quella incalzante internazionalizzazione del turismo, capace da sola di ribaltare vecchi assetti e tradizionali modi di ragionare. Turismo intenazionale ormai laragmente consolidato per la cittá dei Sassi che ha in questo un primato imbattibile, e non da oggi, in riferimento all'intero Mezzogiorno.
C'è tuttavia un dato di cui probabilmente non ci si accorge. Almeno non si accorgono i non addetti ai lavori, la gente comune, ma il perno di questa fase delicatissima e di estrema importanza è rappresentato dall'Associazione dei Direttori d'Albergo, guidata da Michele Tropiano, ottimo operatore che giá negli anni scorsi aveva individuato in ADA l'asse portante alla base di quella svolta necessaria per un turismo diverso che definire di qualità è forse poca cosa. Furono promosse mille occasioni di dibattito, con un battage a livello di stampa adeguato alla posta in gioco. In definitiva ADA non solo si proponeva come interlocutore di tutto rilievo, ma sembrava avere assunto il ruolo di un soggetto in grado di uscire dal ristagno di certe politiche per varcare nuove e importanti soglie. 
A Viggiano il convegno nazionale dei Direttori dei principali alberghi italiani aprì forse più di una porta al ruolo del turismo in una regione che vanta grandi attrattive paesaggistiche ma povera di tradizione. E per questo probabilmente non in grado di corrispondere a una domanda di alto tenore. 
Tropiano e i suoi diretti interlocutori, da Donatello David a Fausto De Mare, mostrarono di aver compreso la delicatezza del momento che faceva leva sulle straordinarie potenzialità di Confcommercio, qualcosa di più di una semplice associazione di imprese. Un formidabile soggetto economico con enormi capitali a disposizione e una vasta capacitá di controllo del territorio, con diramazioni nel tessuto sociale del Mezzogiorno e finanche nelle aree protette, alle quali i convegni si sono in passato direttamente rivolti per sostenere il balzo in avanti e per uscire dal "piccolo è bello". 
La ex Jugoslavia e i Balcani erano diventati addirittura punto di approdo per nuove e lungimiranti politiche di albergatori e commercianti. 
Poi ad un tratto quel vasto interesse sembra essersi spento. Quantomeno si assiste a una perdita di quota che certo non giova alla prospettiva di un 2019, politicamente adeguato specie dal punto di vista dell'imprenditoria e del modo di superare vecchie e nuove difficoltá con la serie di ostacoli legati a quella sorta di gara ad "appropriarsi" della cittá capitale europea della cultura. Un gioco subdolo che in molti vorrebbero evitare e Angelo Tortorelli, presidente della Provincia di Matera, in primo luogo insieme ad altri.  
Si tratta a questo punto di compiere scelte strategiche da parte di ADA ma non solo. Con il pieno impegno di Confcommercio, di numerose entitá che affondano le loro radici nell'economia di un territorio aperto, ad esempio, verso la Puglia e capace finanche di sintonizzarsi con gli scenari dell'Appennino, del Cilento,  del Pollino, Parchi nazionali di grande rilievo, tali da non potere essere esclusi dalle strategie per promuovere anzitutto un'adeguata crescita del turismo. 
ADA ha oltretutto una funzione cerniera, tra petrolio e turismo. E non è poco. Lo si deve a Michele Tropiano che ha trasformato il Kiris, alle porte di Viggiano, in una sorta di reception di personale delle compagnie petrolifere e di turisti, al tempo stesso. L'una cosa non esclude l'altra.
Sicchè se la medaglia ha inevitabilmente due facce, non c'è da accontentarsi del solo petrolio e del gas, in questa Basilicata divenuta il novello Texas.  Ma si può guardare a orizzonti ben diversi. A condizione che ci sia volontà politica e capacità di mettere in campo scelte coraggiose. Altrimenti la sfida non avrebbe alcun senso e sarebbe anzi perdente sin dall'inizio. 

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