domenica 27 dicembre 2015

CILENTO, IL PARCO DELLA SVOLTA



                           

            I monti Alburni nel Parco nazionale del Cilento (foto R.De Rosa)

Nei giorni che hanno preceduto il Natale c'è stato un evento di rilievo non solo scientifico, quanto politico e culturale insieme. 
A Vallo della Lucania - sede del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni - per iniziativa di un gruppo di geologi (primo fra tutti Aniello Aloia, attento studioso della realtá di quel territorio), si è svolto un convegno che ha avuto come pretesto la premiazione di alcune foto a illustrazione del calendario 2016. Solo un pretesto, perchè la sostanza delle cose era ed è ben altra. Vale a dire tutto il  patrimonio di conoscenze, di studi, di ricerca geologica e non solo che nasce all'interno di uno dei parchi nazionali più interessanti del Sud, in un clima di attenzione scientifica in grado di rappresentare un unicum in tutti i sensi.
Gli studi sulla geologia del monte Gelbison (il sacro monte di Novi Velia), sugli Alburni, maestoso baluardo tra Basilicata e Campania, gli studi in atto sull'interno sono una dimostrazione davvero concreta e tangibile di quello che può essere un parco nazionale. Un laboratorio di scienza e di natura, il Cilento, che brucia le tappe e mette insieme la storia del paesaggio con quella dei suoi migliori rappresentanti, a cominciare dal grande Parmenide di Elea, oggi Ascea, il filosofo dell'essere. Il grande innovatore del pensiero. Un vero punto di arrivo di questo Sud dimenticato e ignorato, di cui è preferibile non parlare, secondo alcuni potenti del momento, ma anche di un recente passato.
Far tesoro dei lavori scientifici di Aloia, di Maurizio Lazzari e di altri equivale a fare del Parco una entitá dotata di un proprio rigore, ma anche di una forza propulsiva che non solo giustifica la presenza dell'area protetta in un territorio di per sè interessante, e avvia processi di sviluppo di cui tanto si parla, in questo Sud alla ricerca eterna di occasioni di crescita, non certo illusorie nè momentanee. Ma stabili e autentiche.
Nel triangolo Appennino Lucano, Cilento e Pollino quest'area diventa davvero trainante e fa da battipista alla costruzione di una mentalità diffusa che significhi, per gli abitanti del luogo prima di tutto, imparare ad apprezzare il Parco e per i turisti abituarsi a vivere la ricerca, non fine a sè stessa ma capace di far da sponda al territorio. Di arricchirlo. Di renderlo appetibile. In altre parole di qualificarlo.
Sicchè il convegno di Vallo indica un punto di svolta nelle complesse vicende destinate a caratterizzare i parchi del Sud, al centro di pareri spesso divergenti. Traguardo, questo, che il Governo e le stesse regioni debbono valorizzare al massimo, se si vuole uscire dai soliti luoghi comuni e dalle vuote  promesse. Anzi finanche incomprensibili nella loro inutilità. 

Nessun commento:

Posta un commento