domenica 26 aprile 2015

SE QUESTA È DEMOCRAZIA. SE QUESTA È SOCIETÀ CIVILE



Abbiamo tutti negli occhi le immagini orrende  dell'assalto al pullman della Juve. Immagini raccapriccianti, a dir poco. Di un evento che inevitabilmente si ripeterà una, cento, mille volte, giacché lo sport è diventato una giungla. Che dire? Da dire c'è ben poco. Ma molto, molto poco.
Purtroppo gli stadi non sono luoghi destinati a ospitare una pacifica e normale competizione sportiva. Sono piuttosto il terreno in cui si manifesta la peggiore violenza cieca e irrazionale. E dove i protagonisti di questi gesti incomprensibili sono degli energumeni, delle belve umane. Dei folli, in fin dei conti che necessitano non di terapie ma del carcere duro.
Quel che è accaduto a Torino oggi è un fatto di una gravità inaudita: siamo alla guerriglia con l'attacco al pullman della Juve. Certo, non é la prima volta che accade un evento del genere. Anzi, tutto questo rientra nella scia di una maledetta tradizione, destinata a perpetuarsi fino a essere considerata un elemento addirittura inevitabile in caso di competizioni specialmente di alto livello.
Nè si tratta di un fatto collegato allo sport e alla rabbia per non essere primi, o al posto della squadra attaccata. No, guai a considerare un episodio del genere come una costante. Guai a fornire una briciola di giustificazioni a violenti  di ogni specie. Questa tendenza ci ha portati ad assistere a macabri spettacoli in cui la violenza dovrebbe essere finanche condivisa o accettata, se non proprio giustificata. 
Un mondo di pazzi. Di assassini. Un mondo di squilibrati nei confronti dei quali non ci sono nè leggi, nè regole. Non c'è nulla. 
Di fronte a scenari del genere la politica non può stare a guardare: la città va governata, gli eventi pure. Ma non soltanto con la polizia che cerca, tenta disperatamente di isolare i violenti. Ma con regole intransigenti. Con un quadro normativo appropriato. Con un'azione non limitata nel tempo
Quante volte sono stati invocati ad alta voce provvedimenti urgenti, misure straordinarie, procedure ben precise, arrivati si ma non in modo risolutivo. Purtroppo c'è da pensare che pure i delinquenti, i violenti di ogni colore, i facinorosi hanno diritto al voto. Anche la loro è democrazia, a parere di qualcuno. 

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