sabato 14 marzo 2015

BOBO CRAXI: "LA MAGISTRATURA SCIOLSE LA PRIMA REPUBBLICA, SCIOLSE IL PARLAMENTO"



Per quanto lungimirante e attento,  nemmeno lui, Bettino Craxi, avrebbe mai immaginato di poter essere il crocevia o lo spartiacque tra due ere della politica italiana.Tra due modi diversi di intendere non solo la funzione dei partiti quanto il rapporto della gente con il mondo della politica. Non avrebbe mai immaginato uno sconvolgimento radicale, un vero terremoto di inaudita forza iniziato proprio con le sue vicende personali che hanno fatto parlare mezzo mondo e hanno dimostrato cose inimmaginabili.
Delle vicende di Craxi si continua a parlare con il memoriale inedito da Hammamet, il suo rifugio. La terra di un esilio odiato ma pieno di orgoglio. Una sberla per l'intera classe politica di ieri e anche di oggi. Il titolo senz'altro eloquente non ha bisogno di commenti. "Io parlo, e continuerò a parlare."
Il volume, giunto alla quarta edizione, ha messo insieme nella Basilicata del petrolio socialisti di ieri e di oggi: uomini del vecchio e intramontabile PSI di Nenni e De Martino con le nuove avanguardie ribelli alle politiche del segretario regionale, Livio Valvano. Alla presentazione del volume c'erano davvero tutti a cominciare dal socialista storico della Val d'Agri, Gabriele Di Mauro, testimone del forte regionalismo degli anni Ottanta, a Franco Adamo, a Rocco Vita confluiti nella forte pattuglia dei dissidenti. 
A Lucia Serino il compito di tirare le fila del discorso, spesso non facile peraltro da interpretare in maniera univoca.
Protagonista della serata Bobo Craxi, il figlio del socialismo rinnovato, strappato alle brume delle battaglie dure con il vecchio Pci. L'uomo che conta se il pensiero paterno non si arresta e non finisce nel nulla. Cosa peraltro assai improbabile.

Anzitutto una domanda a Bobo. Perché sin dai tempi lontani è sempre esistito un accostamento, una sorta di parallelismo tra Craxi e Berlusconi. Un dato non certo marginale nè politicamente irrilevante.

"All'epoca Berlusconi era un imprenditore mio padre un uomo politico.
Mentre la prima repubblica crollava Berlusconi in questi anni ha colmato questo vuoto. C'è un parallelismo politico che è improprio nel parlare di Craxi-Berlusconi, mi pare ci sia invece un'allusione del rapporto che  è legittima. 
Questo rapporto che si è consolidato negli anni, poi la storia ha preso un corso diverso. Berlusconi è diventato un protagonista della politica dopo essere stato un protagonista dell'imprenditoria italiana per tanti anni. 

Perché ritorna di tanto in tanto il nome di suo padre. Non suona in certi casi come un atto di accusa nei confronti della magistratura e del mondo che non ha accettato la  linea di totale cambiamento dei rapporti politici, di cui Craxi è stato autore e primo attore.

"Ritorna perché quella di Bettino Craxi è una figura politica di indubbia statura che ha segnato una stagione importante. La magistratura con quell'azione giudiziaria sciolse di fatto con forza la prima repubblica, sciolse il parlamento. La prima repubblica ebbe una fine traumatica, per un concorso di cose che determinò la fine di un ciclo politico durato più di quarant'anni.

Il passato ha certo il suo valore. Veniamo intanto all'oggi. 
Lei  come si colloca nel panorama attuale, assai variegato e denso di ostacoli.

"Io  resto un socialista. Politicamente mi colloco all'interno di un perimetro, quello del centro sinistra, in cui però cerco di guardare le cose con senso critico, assolutamente. 
Non credo che la fine del pluralismo politico sia un fatto positivo. Capisco che la crisi del sistema ci ha condotto a questa condizione inedita di un uomo solo che gioca senza avversari, che gioca a  porta vuota. Il degrado è notevole e il degrado nasce da anni di delegittimazione della politica. Ma questo per colpa della politica stessa. I politici hanno certo le loro responsabilità. I
Non è colpa dei cittadini se si sono allontanati dalla politica e dalle istituzioni. 

Proiettando  queste considerazioni nel futuro a quali conclusioni, le i ritiene, si possa arrivare?

"L'Italia è pronta per un torsione autoritaria. Mi pare che questa che Renzi sta dando è certamente una soluzione che io considero negativa e che tuttavia il paese mi pare  determinato ad accettare."

È possibile determinare una inversione di tendenza? 

"Si tratta di correggere la rotta, non occorre una spallata. Si tratta di correggere la rotta in un senso più democratico.  Questo secondo me restituisce alle forze politiche e alla politica un ruolo che non deve essere di mera  interdizione all'azione di governo ma deve essere di pluralismo delle scelte. Invece si é optato per una riduzione degli spazi democratici, per una riduzione o cancellazione di istituzioni democratiche. Ci sono state delle scelte che non fanno bene alla democrazia, a cominciare dall'abolizione delle province. É solo un esempio. La politica sarà destinata a essere a sovranità internazionale sempre più. Questo non è un bene per la politica perché sarà soggetta sul piano interno a vedere  la presenza di un uomo solo destinato a succedersi al comando."




  

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