giovedì 1 gennaio 2015

NON SONO IN POCHI A CREDERE IN UN ANNO MIGLIORE

intervista al Sindaco di Potenza, Dario De Luca


   Chissà perché la tragedia del traghetto, proprio negli ultimi giorni dell'anno, ha finito per colpire così tanto la sensibilità di ciascuno al punto da far sentire tutti direttamente partecipi di quella immane sciagura, facendo quasi dimenticare, ma così non è, i problemi del giorno per giorno. 
   Per i lucani le questioni aperte  in questo inizio d'anno sono davvero tante: petrolio, lavoro, stabilità, sicurezza, senza escludere l'ipotesi di uno smembramento di questa terra, antica e dalle origini importanti. Ma dimenticate. O, meglio, ininfluenti sotto ogni aspetto. 
   La situazione di Potenza non fa dormire sonni tranquilli. La città, al tempo dei romani, era l'emblema della loro potenza. Non a caso sulle porte era incisa la scritta: "romanorum potentia". Altro che potenza, oggi. La città tenta di risalire la china in seguito alla dichiarazione del dissesto. Non sarà facile ma a crederci sono in molti. Anzitutto Dario De Luca, il sindaco che non si perde d'animo con la sua voglia di fare. 

Sindaco cosa accadrà, stando non a una semplice previsione, ma a un'analisi realistica.

   Abbiamo una serie di adempimenti da compiere per portare il bilancio in una condizione di stabilità finanziaria: anzitutto dobbiamo rendere la macchina del comune più efficiente e capace di utilizzare al meglio le risorse interne, razionalizzandole al massimo. Dobbiamo assolvere a determinate funzioni, oggi delegate a soggetti esterni, facendo leva sulle risorse di cui disponiamo.

Dal punto di vista politico come stanno le cose?

   Io ho lanciato un appello a tutte le forze presenti in Consiglio perché si possa agire nell'interesse esclusivo della città. Risale ormai al cinque settembre questa mia iniziativa con la quale dissi: mettiamoci insieme tutti per salvare la città dal baratro. Appello che è stato oggetto di una discussione molto difficile tra le forze consiliari,  per le indubbie differenze che contraddistinguono le varie componenti politiche. Non è facile mettere insieme posizioni ideologiche antitetiche.

Occorre tuttavia salvare la città.

   Infatti credo di essere riuscito in vari momenti a spiegare che non si tratta di unirsi dal punto di vista ideologico, ma si tratta al momento di ritrovarsi semplicemente per garantire alla città di Potenza l'uscita da questo tunnel in cui  si trova. E' infatti un vero e proprio tunnel sociale, urbanistico, di ogni genere insomma. Bisogna intraprendere una nuova strada per uscire dal pantano in cui c'è il pericolo di affondare. E affondare comporterebbe un danno gravissimo.

Dovendo affrontare la questione del ruolo della politica qual è la posizione  del PD? E quali i possibili scenari. 

   Credo che in questo particolare momento la posizione del Partito Democratico e delle singole componenti non sia certo semplice. Tutt'altro.
Il PD è il partito di maggiore rappresentatività nell'Assemblea consiliare ma è anche il partito in cui coesistono anime molto diverse tra loro. Alcune sarebbero disponibili a questo tipo di collaborazione nell'ottica assolutamente responsabile di  aiutare la città a venir fuori da una situazione così pesante, altre meno poiché si ritengono più coinvolte nelle politiche del passato e probabilmente si sentono finanche sotto accusa, è un'ipotesi, per quanto sta accadendo oggi. Io ho tenuto a dire che il mio compito non è quello di accusare nessuno, ma è solo quello di favorire il superamento di certe  condizioni negative in cui Potenza si trova. 
   Per quanto mi riguarda non ho una specifica appartenenza politica. Sono un uomo libero, un libero pensatore. Vedo cose positive sia al centro che a destra che a sinistra. Del resto lo dimostra la qualità  dei nostri consiglieri, tutte persone perbene. Abili ed efficienti.

Cosa accadrà  dopo il 15 gennaio? Questo il dato forse più concreto ma anche più difficile da interpretare.

   Siamo giunti al momento in cui certe decisioni sono indifferibili e direi inevitabili. Occorre scegliere, insomma. 
Certo, c'è bisogno di scelte finanche impopolari, non certamente gradite alla popolazione ma che servono per portare la città in salvo.

Se qualcuno ipoteticamente dovesse opporsi a questo appello, non sarebbe un male per la città, per la sua immagine, per il suo domani? 

Se i partiti dovessero decidere di respingere la mia proposta di collaborazione, ma non credo accada, mi vedrei costretto a lasciare il posto a un commissario prefettizio che dovrebbe fare quello che io non posso fare.
Questo sarebbe un segnale negativo per Potenza. Tutti sappiamo quali sono le cose da fare: sono quelle e non altre. 
Se invece l'accordo ci sarà potremo  guardare a un futuro diverso e magari, successivamente, dare la parola agli elettori.

Può andar bene un solenne in bocca al lupo?

Mai come in questo caso calza a meraviglia.

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