martedì 29 luglio 2014

I GRIFONI NEL CIELO DEL PARCO



                                    


Il volo dei giovani grifoni, nel Parco nazionale dell'Appennino lucano, saluterà quest'anno la bizzarra estate 2014. Un evento atteso che segnerà l'avvio non solo della stagione turistica quanto di una serie di eventi dai quali dipenderà il futuro della più giovane area protetta nel Mezzogiorno.
I piccoli grifoni, appollaiati nei nidi in una zona impervia e tenuta segreta dell'Appennino, rappresentano in fondo il destino del parco, il suo essere un valore aggiunto non solo per la Basilicata e non solo per il Sud. Ma per il Paese nel suo complesso. Quando si leveranno in volo? Si domandano ansiosi gli esperti che vanno a visitare i nidi, davvero in punta di piedi e con il massimo del riserbo, lontani da occhi indiscreti.
L'attesa ansiosa del primo volo dei grifoni coincide con la fase delicata e importante che l'Appennino sta vivendo. La nomina dei membri del direttivo del parco rappresenta un fatto di stabilità e non solo un mero adempimento burocratico. Peraltro scelte politiche d'un certo impegno fanno da sfondo alla conclusione del lungo iter verso il varo del consiglio direttivo cui spetterà, insieme al Presidente, un ruolo di primo piano nella definizione delle linee strategiche per dare a questa realtà un'impronta ben precisa, anche a livello internazionale. Una sfida, insomma.
A questo si aggiunge l'intenso lavoro degli esperti per redigere il Piano del parco, cosa essenziale ai fini del governo dell'area che dovrà ubbidire a precisi requisiti e a norme ben chiare.
Un dato emerge inequivocabile: il Parco è una macchina complessa da gestire con competenza, con grande amore per la natura e con la cultura delle aree protette. Non è paragonabile a un comune o ad una realtà territoriale che necessitano di opere pubbliche e servizi.
Dietro alla vicenda dei grifoni o della lepre italica da ripopolare c'è una particolarità . Il parco rappresenta la sintesi della storia delle popolazioni locali, il loro attaccamento ai boschi, il senso della vita trascorsa per anni tra sentieri, mulattiere, lungo le radure destinate ai pascoli.
Proprio oggi, mentre si torna a parlare di giovani e agricoltura, di alte quote e turismo rurale il Parco nazionale dell'Appennino mostra una vitalità incredibile , capace di saldarsi alla cultura e alla storia, alle tante tradizioni che in agosto soprattutto si cerca di far rivivere come antidoto alla crisi. Ma non basta agosto per dare il giusto respiro alla presenza del parco: è necessario ben altro. Finanche una capacità di chiedere alla natura uno sforzo perchè ritorni a essere quella che è sempre stata. Ma a questo punto occorre uno straordinario impegno dell'uomo. Ecco perchè il governo del parco è un'impresa difficile, da condurre in sintonia con chi ha risorse da mettere a disposizione e con una vera capacità di diffondere e comunicare le peculiarità di questo territorio.



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