giovedì 3 ottobre 2013

"NON È FINITA..."




Due sono gli elementi di spicco della  imprevedibile evoluzione della crisi annunciata ma evitata.
La paura di una bufera capace di travolgere tutto e tutti ha  prevalso. Non vi è dubbio.  E poi il dissenso interno al Pdl che diventa il punto di forza della situazione in atto nel Governo e nelle istituzioni. L'elemento di spicco. Il dato di prima misura. 
Lo scontro che si apre ora appare infatti tutto concentrato sul futuro dei dissenzienti e sulle scelte da mettere in campo per dare continuità a quella fase di transizione verso una destra aperta al dialogo, disponibile a confrontarsi con il Pd sulle riforme e il futuro del Paese e molto meno berlusconiana di quanto non sia stata in passato. Si, molto meno berlusconiana, il che segna un arretramento del partito azienda, sancito dalla repentina decisione del Cavaliere di dare la fiducia al governo Letta proprio nel momento in cui il baratro sembrava vicino. Addirittura a pochi passi.
Cicchitto  e molti altri dovranno ora fronteggiare l'ira dei  fedelissimi, a cominciare dalla Santanchè, che sbandiera la sua decisione di condurre una battaglia senza quartiere per evitare ulteriori sommovimenti e il rischio di una cancellazione di quei metodi dai quali dipendeva il futuro di vita o di morte di tanti parlamentari voluti dal capo. "Non è finita" proclama a gran voce chi ha difeso a spada tratta non solo una linea politica quanto un rapporto personale utile e fruttuoso, dal quale deriva la scelta di non smettere mai di combattere per chi ha garantito rilevanti posizioni di potere. La Santanchè è di quelli che vivono questa brutta vicenda con l'orgoglio e la predisposizione a continuare a lottare a favore di chi sventola la bandiera del primato in tutto. Non un politico come tanti, ma lui, il capo.  Il primo della classe. Il Presidente per antonomasia. 
Con la realtá bisogna tuttavia fare i conti. Nasce  un nuovo centro? Credo proprio di no. Un nuovo centro avrebbe caratteristiche diverse e obiettivi ben distinti da quelli che derivano dallo scontro con l'ala integralista di Forza Italia. Nasce in ogni caso una componente dalla quale c'è da aspettarsi di tutto, data anche la presenza nella nuova compagine di Angelino Alfano, fino a ieri strenuo difensore della linea di Berlusconi e un momento dopo pronto a marciare contro di lui. Incredibile!  Cosa dire della posizione del primo Ministro? Senza dubbio Letta porta a casa qualcosa di più di un successo personale, frutto della sua determinazione e del modo aperto e costruttivo di fare politica alla luce del sole. Il risultato inatteso della piena fiducia al governo deriva da una vasta mobilitazione per riuscire ad ascoltare i bisogni del Paese e proclamare con chiarezza certi obiettivi irrinunciabili.  Il premier dovrà tuttavia prepararsi  al confronto serrato con Renzi, il grande innovatore, l'uomo sempre in prima linea pronto a invocare un cambiamento di rotta nel centro sinistra, e non solo nel Pd, che invoca quel mutamento della politica, finora inchiodata su posizioni tradizionali e incapace di fare piazza pulita di un costume certamente improduttivo. Se non arretrato e deleterio. Ecco perchè Renzi scuote la politica e fa paura a molti.    

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