giovedì 29 settembre 2011

LA RAI IN BASILICATA

La Rai vive un momento di crisi, non certamente il primo nella sua storia. E ciò all'indomani delle recenti nomine ai vertici, che inevitabilmente hanno provocato dissapori e contrasti. Come accade del resto da decenni. Ma il dato significativo rimane il dinamismo dell'Azienda che in Basilicata, ad esempio, ha gettato le basi per aprire un dialogo costruttivo con la società ed i giovani: il corso di formazione ambientale di Rotonda è  un significativo esempio del modo con cui la Rai mette a frutto le risorse umane e professionali di cui dispone.
L'articolo che segue, apparso sul Quotidiano, vuole rappresentare un contributo alla conoscenza di questo evento.

RAI E UNIVERSITA' PER L'AMBIENTE

Il corso di formazione ambientale che si è concluso a Rotonda la settimana scorsa, organizzato dalla Rai, in collaborazione con l'Università per la Basilicata, il Ministero dell'Ambiente ed una serie di sponsor tra i quali l'Enel e la Ferpi, apre molte prospettive ed appare a livello nazionale come una delle scelte più importanti sul piano scientifico e su quello di una cultura giornalistica volta a superare vecchie barriere e ad entrare a pieno titolo in una nuova dinamica di rapporti senz'altro stimolante. 
Rai e Università insieme, protagoniste di questo esperimento che ha già avuto a San Vito di Cadore e a Perugia negli anni scorsi dei precedenti di tutto rilievo. Si trattava, secondo una intuizione di Fausto Taverniti, direttore della Sede Rai, di trovare a questo corso una dimora che fosse proprio la Basilicata e ciò per ragioni molto semplici. Questa terra è un autentico laboratorio sul piano scientifico ma anche dal punto di vista della disponibilità delle risorse, degli interessi culturali e delle scelte da mettere in campo, in sintonia con la politica e le realtà dalle quali dipende praticamente tutto. Non escluso il futuro di una terra che nel Mezzogiorno ha subito profondi cambiamenti. La Basilicata, infatti, e non è più quella dei contadini di ieri, a dorso d'asino o di mulo e delle donne eternamente vestite con lunghi scialli neri come ancora la si raffigura commettendo un clamoroso falso storico.
Petrolio, energia, nuove tecnologie lanciano una sfida che va raccolta positivamente. Difatti, l'appello rivolto nel documento conclusivo del corso di Rotonda ai direttori di testata, ai giornalisti e agli editori è quello di riservare spazi qualificati alle questioni dell'ambiente e di costruire nuovi percorsi e nuove strategie per evitare che questo settore abbia un peso marginale, in ogni caso solo quando diventa cronaca. E per giunta cronaca di disastri e di sciagure.
In questo ambito l'Università della Basilicata ha il suo peso come hanno confermato il Rettore e la stessa responsabile del Dipartimento di Fisica dell'Ambiente, la professoressa Aurelia Sole, animatrice scientifica del Corso. Spicca non a caso l'invito a dare ai giornalisti e agli operatori dell'informazione, a vari livelli, un supporto indispensabile perchè le loro analisi abbiano validità per gli utenti e possano rappresentare un utile momento di confronto sul destino del territorio ai vari livelli.
Del resto il compito della Rai è anche questo. Direi fondamentalmente questo: la Sede lucana, in sintonia con le altre, diventa veicolo di informazioni di livello scientifico e apre le porte a una serie di vantaggi da non sottovalutare.
Sicchè in uno scenario decisamente ampio, in cui radio, tv e carta stampata svolgono ruoli differenti, dall'intrattenimento, alla musica, al gossip ecc. la Rai sceglie il percorso che più si addice al Servizio pubblico.
Il corso è in ultima analisi un esempio di come si possa agire dando un contributo alla conoscenza dei problemi, in nome di un risultato che ha già dimostrato di avere la sua validità per riuscire nell'intento di valorizzare le risorse e di mettere in evidenza potenzialità autentiche: anzitutto quelle della Rai e del territorio, molto spesso rimaste nell'ombra per uno strano gioco che francamente non paga. Se l'iniziativa avrà un futuro, ciò sarà nell'interesse non certo di pochi. Non vi è dubbio.
Rocco De Rosa         

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