domenica 18 febbraio 2024

CHI E' IN GRADO DI FERMARE PUTIN?

                         La polizia russa arresta una manifestante



Due interrogativi, tra i tanti, aggiungono angoscia e desolazione a uno scenario di morte, dall’Ucraina alla fine tremenda di Navalny.

Il primo: è mai possibile che il consesso internazionale non abbia gli strumenti adatti per indurre il capo del Cremlino a desistere da una persecuzione incalzante e infinita contro la persona, il dissidente russo e non solo, e quanti si dicono  non allineati? Contro il popolo inerme dell’Ucraina.

Il secondo: il 27 gennaio del 1945, e nei giorni precedenti, l’Armata Rossa riuscì a liberare Auschwitz e altri campi di sterminio nazisti. 

Oggi il tempo attuale  ha ribaltato tutto. I veri assassini sono gli adepti al regime di Putin con una polizia spietata e irrefrenabile che non esita a commettere qualunque crimine in nome dell’interesse supremo di certa “politica”. Si vede con quanta ferocia i poliziotti arrestano i manifestanti e bloccano qualunque iniziativa di dissenso. Qualunque desiderio di libertà, mentre una miriade di proteste coraggiose tiene alta la tensione sul caso.

Difficile trovare una ratio nelle guerre, come sottolinea da tempo lo stesso Pontefice nei suoi reiterati inviti a costruire la pace, ma ancor più difficile accettare l’idea di uno Zar assolutista e imperterrito che sfida il mondo intero, sicuro di poter proseguire lungo quella scia di terrore, destinata a durare. Anzi, a non conoscere mai la fine. 

L’umanità impotente sta a guardare. Ecco il dramma nella sua reale manifestazione. Il dittatore, libero di agire, non bada a nessun genere di rapporto con la comunità internazionale avvalendosi di una malintesa facoltà di non interferenza negli affari interni di una nazione. 

Quali sviluppi avrà la tormentata vicenda di Navalny? Tutto da vedere in un clima in cui i rapporti economici, il nesso che unisce un popolo ad altri popoli, si rivela praticamente inesistente. 

Fa rabbrividire il comunicato del Cremlino che si conclude con una frase lapidaria e terribilmente ipocrita: “Si stanno accertando le cause della morte” firmato Dmitri Peskov. Gli fa eco Biden: Putin responsabile. Ma nulla più di tanto.


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