Non è affatto inutile chiedersi perché Rocco Scotellaro abbia riscosso, quando era ancora in vita e nei decenni successivi, un successo di critica e consensi di alto livello per la sua opera letteraria e poetica. Tra l’altro ha richiamato su di sè l’attenzione di Eugenio Montale: “Un centinaio di liriche che rimangono certo tra le più significative del nostro tempo” scrisse l’autore degli Ossi di Seppia, a proposito della raccolta di poesie E’ fatto giorno.
Rocco Scotellaro, un intellettuale contadino, scrittore oltre la modernità è il tema del convegno internazionale promosso da Regione Basilicata e Apt nel centenario della nascita, con il marchio di uno tra i più importanti studiosi della figura del sindaco poeta, Franco Vitelli, docente all’Università di Bari.
Cambia dunque l’approccio a Scotellaro espressione della letteratura del nostro tempo? Direi proprio di sì, in un clima che porta a valorizzare la lettura, non solo poetica, di un Sud fatto di proposte, di idee che esploderanno nei decenni successivi, di una vitalità forse finora mai conosciuta ed esplorata alle radici.
Scotellaro espressione della storia del pensiero, non solo poeta contadino? Giulia dell’Aquila compie uno sforzo in tal senso. L’interesse della tre giorni del Convegno internazionale di Tricarico e di Matera consiste soprattutto nell’analisi degli scritti e nel contributo ad una divulgazione capillare del peso letterario di questa figura di intellettuale.
Operazione strategica, di tutto rilievo. Si ha la sensazione di riuscire a collocare il sindaco poeta nella dinamica culturale dei nostri giorni.
Il cantore dell’umanità e del territorio, l’uomo capace di imporre all’attenzione nazionale un mezzogiorno ricco di proposte e di idee. Portatore di istanze di rinnovamento.
Oltre la modernità, appunto, un contributo alla conoscenza del mondo letterario in continua evoluzione di cui Scotellaro è interprete autorevole. Valorizzare questo dato corrisponde quasi ad una sfida, anzi è una sfida vera e propria.
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