giovedì 8 giugno 2023

FEMMINICIDI, MA NON SOLO


                            

                     


         


Non ci siamo accorti che la società da tempo stava diventando violenta e intollerante e abbiamo continuato a vivere il giorno per giorno in una silenziosa normalità. Invece cose importanti accadevano sotto gli occhi di tutti.

Rimossa quella patina di perbenismo e di buona educazione, derivanti per larga parte dalle strutture di una civiltà patriarcale, il nuovo modus vivendi non ha esitato a farsi largo con una violenza che si riscontra spesso anzitutto nelle parole, in un linguaggio teso e non di rado arrogante, come sottolinea Maddalena Langone esperta nell’analisi della famiglia istituzione con una lunga esperienza di consulente familiare Aiccef.

Sicchè i femminicidi sono soltanto l’aspetto emergente di un metodo violento nascosto tra le pieghe e tra le

mura domestiche. Più o meno opportunamente celato. Ma non l’unico.

Assistiamo a scenari raccapriccianti, a cominciare dal doppio omicidio di Senago (donna uccisa con il figlio in grembo) fino alla poliziotta freddata, nel volgere di pochi istanti, nell’androne di casa. 

A proposito di poliziotti, che dire di quella stupida violenza esercitata a danni di persone inermi a Verona, nel cuore del Veneto evoluto e giustamente additato come modello di convivenza civile?

Negli anni scorsi avevamo etichettato come episodi più o meno rientranti nella casistica alcune vicende simbolo di comportamenti anomali e tali invece, da lasciare supporre che processi di un certo rilievo stavano maturando in seno alla società civile. E’ il caso di Stefano Cucchi ma non solo. Lo stesso Spaccarotella della Polstrada che impugnò la calibro 9 con molta leggerezza  è un altro campanello d’allarme del diffondersi a macchia d’olio, per quanto in maniera silenziosa, del ricorso alla “forza” in circostanze le più diverse tra loro. 

Quasi una sfida a Sant’Antimo, il paese di Giulia Tramontano barbaramente uccisa: altri due morti per un regolamento di conti in famiglia. Le vittime erano due cognati. Semplicemente assurdo.

C’è dunque una ideologia della violenza e della morte, presente nell’animo di un numero imprecisato di persone. Non ci sono leggi che tengano, non c’è inasprimento di misure in grado di frenare la catena ininterrotta di atti estremi, quali l’uso del coltello, delle armi. Di qualunque mezzo capace di offendere. 

Emerge un profilo drammatico  del nostro tempo che non dà spazio nemmeno a una briciola di ottimismo.



                            



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