venerdì 29 giugno 2018

BASILICATA, UNA MACCHINA COMPLESSA SI STA MUOVENDO


La politica induce a misurarci con il quotidiano. Tutti, nessuno escluso. Meno male. Altrimenti sarebbe il regno del possibile e dell’impossibile al tempo stesso. Del bianco e del nero senza distinzione alcuna.
Utile, dunque, sapere e verificare a ragion veduta ogni scelta, sia che si tratti del governo nazionale, sia delle Regioni che rappresentano tuttavia un banco di prova straordinario e una verifica dell’esistente. 
Il panorama dei giudizi è, pertanto, articolato e complesso. 
Nel caso della Basilicata questo percorso appare addirittura necessario per approdare a valutazioni concrete. Anzi indispensabile. Starei per dire imprescindibile. 
Mi sembra logico chiedermi e chiedere: quante volte in passato questo metodo è stato rigorosamente attuato. Quante volte il governatore di turno ha dato conto, con impegno personale, alla gente lucana, ma anche alle realtà politiche nazionali, dei risultati del suo operato. Quanto, e fino a che punto, l’esigenza di un agire scrupoloso ha prevalso sul serio. Credo raramente. 
Oggi gli scenari sono cambiati. La realtà è diversa. Il giorno per giorno non consente distrazioni né inutili divagazioni. E la figura del governatore Marcello Pittella, candidato al secondo mandato con decisione unanime di larghi settori del Pd, si caratterizza proprio per l’attenzione mostrata in ordine ai seri e gravi problemi che la Basilicata è costretta ad affrontare.
Petrolio e ambiente, in prima linea. L’attuale fase ha mostrato una forte presa di coscienza del governo regionale, la sua attitudine a influire sulle decisioni romane e soprattutto la capacità di dare ai problemi ( e alle potenzialità) della Basilicata una dimensione tutt’altro che localistica. Ma di portata ben più ampia. L'incontro dell'assessore Pietrantuono con le popolazioni dei centri interessati a Tempa Rossa (il secondo polo petrolifero lucano) mette in evidenza tutto l'interesse a evitare un secondo Cova di Viggiano, con un'elevata sensibilità per l'ambiente e la salute degli abitanti.
Peraltro fino a ieri la centrale del Mercure, il nucleare, i pozzi petroliferi, il problema dei parchi riguardavano solo le dinamiche locali dello sviluppo, per buona parte sottovalutato e ignorato in campo nazionale, sarà utile ricordarlo. Ci sono voluti decenni per mettere mano alla bonifica dei due siti d’interesse nazionale, più inquinati, l’area industriale di Tito e la Val Basento.  
Mai una serie di contatti con le popolazioni erano stati organizzati in modo capillare per raccogliere suggerimenti, indicazioni, orientamenti su quello che ha significato per la Basilicata l’autentico stravolgimento della vita e del costume, il petrolio appunto. Non a caso il più grande processo nella storia lucana interessa questo comparto, capace di incidere sulla vita della gente e di trasformare alle radici un intero panorama sociale e culturale, senza risparmiare i settori cardine della Basilicata. Il petrolio ha mille valenze, non escluse quelle strettamente politiche.    
C’è poi la sanità, traguardo importante e di alto profilo. Il tema della ricerca travalica i limiti angusti della periferia della scienza del passato per guardare a un futuro fatto di innovazione, tecnologie, ma anche di nuovi cervelli in grado di trasformare la Basilicata in un laboratorio di tutto riguardo, aperto a tanti apporti che dal centro si spostano finalmente verso questa terra del Sud, piccola ma non certo irrilevante. Tutt’altro. 
Collegato a tutto questo il grande tema del lavoro con gli sforzi che la Regione sta compiendo per aprire nuove possibilità anzitutto ai giovani. Ma non solo. Un accordo con i sindacati ha valorizzato le possibilità della forestazione produttiva, trasformandola alle radici in un progetto di salvaguardia del territorio e, al tempo stesso, di occupazione non parassitaria con al centro la lotta agli incendi e la valorizzazione di migliaia di ettari di bosco.
Qual è il punto nodale di tutta la questione? Guardando avanti si delinea un panorama politico - istituzionale che inevitabilmente necessita di un largo consenso e dell’apporto di molti soggetti, dal sindacato alle forze politiche, al mondo della cultura, ai parlamentari. Una macchina complessa si sta muovendo. Atteggiamenti velenosi e nullisti sono soltanto deleteri. Questa la sfida da affrontare e vincere senza tentennamenti né incertezze che possono derivare dalla difesa ad oltranza di piccole o grandi rendite di posizione. Di antiche incrostazioni e dei tanti apparati di potere, più o meno nascosti nella complessità della macchina politico amministrativa.  Un concorso generalizzato di idee e di progetti è l’unica strada percorribile in grado di risolvere vecchie questioni e di garantire all’apparato pubblico di procedere speditamente. 
Ecco il ruolo della buona politica, in Basilicata soprattutto, che non è possibile ignorare per nessuna ragione, meno che mai sollecitati dall’esigenza di compiere, per semplice desiderio di novità o di cambiamenti, pericolosi salti nel vuoto.     

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