domenica 16 luglio 2017

UN NEMICO INVISIBILE



C’è da interrogarsi sugli innumerevoli disastri provocati dalla furia distruttrice, ormai da diversi giorni, che semina ovunque una lugubre immagine del Paese alle corde impegnato a combattere contro un nemico invisibile ma potentissimo.
Chi c’è dietro ai roghi? Ma non sarebbe solo questo l’interrogativo da affrontare se fossero evidenti la regia e gli obiettivi delle numerose azioni messe in atto in un momento politico delicatissimo e in una situazione degna di essere studiata istante per istante con acume e una intelligenza propria della mente di un ghepardo.
Le caratteristiche degli eventi di questi giorni portano a escludere l’ipotesi, per quanto destabilizzante, di un ribellismo fine a sé stesso e richiamano l’attenzione sui rigurgiti di un progetto antico, in chiave del tutto attuale e direi inedita.
Il crollo della democrazia, sotto i colpi possenti del disinteresse dell’Europa verso gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane, è un rischio che si traduce ogni giorno in drammatica realtà.
Le prime reazioni all’accoglienza in Sicilia,  il richiamo all’ordine, alla severità, ad uno Stato forte che serpeggia in maniera fin troppo chiara disegnano l’ipotesi di un ribaltamento possibile delle attuali condizioni di vita che il Paese si è dato.   
E intanto c’è chi fa riferimento ai vari movimenti legati ad un nazifascismo militante in chiave attuale per trovare una spiegazione plausibile alle devastazioni, assurte a contestazione del sistema e delle sue regole, con riferimenti alla drammatica questione dei migranti che vede l’Italia in uno stato di terribile isolamento.
E se gli incendi fossero l’attuazione di un progetto già abbondantemente elaborato e messo in pratica? Quale sarebbe la risposta della politica, delle istituzioni, del Governo, del mondo del lavoro, dei sindacati?
Quest’azione destabilizzante non ha putroppo un nome, una matrice e un volto: ecco la sua forza dirompente che si salda alle minacce di un terrorismo di varia natura e di diverso colore e a varie ipotesi. Il tutto spinto fino alle estreme conseguenze.
Dedicare il tempo necessario per conoscere cosa si cela dietro a uno scenario così complesso non può giustificare d’altro canto una lentezza nella risposta da dare agli autori delle devastazioni in atto. Che certo non finiranno in un arco di tempo breve ma sembrano destinate a non esaurirsi, a diventare un pericolo costante, una sorta di grimaldello nel cuore di una fragile democrazia,  oggi e non solo oggi, con riflessi concreti sul futuro.         

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