giovedì 20 luglio 2017

AMBIENTE, A COLLOQUIO CON FRANCESCO PIETRANTUONO


                           
Francesco Pietrantuono Ass. Ambiente Basilicata (foto R. De Rosa)


Dopo le vicende di questi mesi e la conferenza stampa che ha illustrato lo stato dell’arte, con particolare riferimento al petrolio ma non solo, viene da chiedersi cosa è realmente accaduto nei decenni scorsi in Basilicata, quando parlare di ambiente sembrava quasi un argomento per pochi. Un tema degno soltanto dell’attenzione di alcuni “maniaci” del settore, quei fissati a caccia di una briciola di notorietà controcorrente. 
Tra questi andava annoverata l’equipe di Beppe Rovera, spesso ospite della Basilicata con Ambiente Italia, la trasmissione di Rai Tre purtroppo cancellata a beneficio dei soliti “salottifici” che dicono ma non dicono discutendo spesso di enormi banalità.
Veniamo al dunque. Oggi l’ambiente in questa terra delle tante risorse ha quantomeno diritto di cittadinanza nell’immaginario collettivo. E non solo. 
I nodi stanno venendo al pettine, ma in senso positivo questa volta, come testimonia il lavoro di Francesco Pietrantuono, responsabile del settore su scala regionale, impegnato in prima linea con il governo Pittella a mettere a punto una serie di strategie volte a difendere le risorse, non certo inesauribili, che rappresentano la vera ragion d’essere del futuro dei lucani, non più a dorso di mulo (mi piace insistere sull’argomento) ma alle prese con tecnologie e cultura.   
“Penso che il mio compito sia quello di alzare notevolmente gli standard di controllo, non solo la vigilanza. Occorre lavorare molto sulla prevenzione, ecco perché Eni deve sposare interamente questo percorso: non basta più la sicurezza degli impianti della Val d’Agri, bisogna implementare sistemi di gestione ambientale con piani d’intervento e di manutenzione corretti. Insomma una gran mole di lavoro. “
Il tema degli incendi è un indicatore fortemente negativo. Direi allarmante in materia ambientale.
“La piaga degli incendi trova diverse spiegazioni: c’è chi l’attribuisce alla riforma del Corpo Forestale, chi invece a una ridotta vigilanza sul territorio. Capire quanto incide il consumo di suolo in questa vicenda di proporzioni drammatiche è un altro degli aspetti da prendere in considerazione. Le cause sono sì dolose, a causa dell’azione dei piromani, ma va tuttavia sottolineato che questa piaga è collegata spesso alla mancanza di una corretta ed efficace manutenzione del territorio spesso soggetto a un degrado del consumo.”

C’è da riflettere su un dato, ad esempio. Molti incendi riguardano direttamente le aree protette.  

“Il dato preoccupante è che appunto molti incendi hanno riguardato proprio le aree protette, il che pone una serie di interrogativi. Per quanto si riferisce, ad esempio, ai parchi regionali puntiamo alla realizzazione di un’agenzia unica per la gestione, un soggetto gestore unico, un’agenzia che risponda all’esigenza sia di contenimento della spesa, sia di razionalizzazione delle risorse economiche secondo un progetto innovativo. L’agenzia dovrà prendere in gestione anche altre aree protette, oggi gestite dalle province. Un soggetto con competenze sui parchi non nazionali e sulle località come la fascia jonica interessata dai roghi può ruivelarsi determinante. 
Necessita una gestione più attenta con molte idee idee guida da mettere in campo: ad esempio un percorso dalle chiese rupestri della Murgia materana al Vulture è un’idea da non lasciar cadere nel nulla, in concomitanza con l’istituzione, che ritengo ormai prossima, di un parco del massiccio dei laghi di Monticchio. Una valorizzazione di una fetta di territorio importantissima che coincide con nuovi meccanismi di salvaguardia ambientale, oggi necessari.”
  
      
    

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