domenica 3 gennaio 2016

SASSO ALLA PROVA DEL NOVE

                             
                   Sasso Castalda, veduta aerea  (foto R.De Rosa)

Sasso di Castalda, bellissimo centro di montagna della Basilicata interna che affaccia sulla Valle dell'Agri, è tra le realtà più dinamiche del Parco nazionale dell'Appennino, e non solo sotto il profilo naturalistico e della biodiversitá. 
Si è dimostrato capace di disegnare il proprio futuro in maniera non certamente approssimativa, ma indicando scadenze e percorsi da tener presente, nell'ottica di uno sviluppo che sembra non lasciarsi condizionare dalla marginalità di sempre. 
In tal modo Sasso ha toccato il traguardo del 2016 facendo una sintesi del proprio passato, in cui c'è davvero tutto e non solo in miniatura, come si potrebbe pensare. 
Figure importanti da Rocco Petrone, "il lucano che ci portò sulla Luna" , a don Giuseppe De Luca, senza escludere Mariele Ventre, la signora dello Zecchino d'oro, e altri ancora rappresentano oggi una positivitá nient'affatto trascurabile. Una garanzia da mettere a frutto. 
Che Sasso sia una delle porte più qualificate del Parco nazionale lo rivelano i tanti progetti per un futuro non lontano che in questo inizio d'anno assumono una chiara dimensione: primo fra tutti il ponte tibetano, un'opera avveniristica giá in fase di realizzazione per consentire al visitatore sospeso nel vuoto, ma in sicurezza, di apprezzare lo scenario struggente dei monti e delle gole da una prospettiva diversa da quella solita. Con un pizzico di brivido da non trascurare in ogni caso.
La sfida tuttavia, sottolinea il sindaco Rocco Perrone, consiste nella possibilitá di fare di questo centro anche una sorta di punto qualificato per l'assistenza ad anziani e ad alcuni giovani con patologie psichiatriche. Una bella scommessa, non facile da vincere ad ogni modo.
In una sede leggermente periferica dovrebbe sorgere (condizionale obbligatorio come non mai!)  questo centro, affidato a un imprenditore privato.  Il tutto sembra fare passi da lumaca se si considera che, a parte la struttura abbastanza recente, per il resto non ci sono grandi segnali a testimonianza di un preciso interesse per l'obiettivo da guadagnare con una tempistica corrispondente alla posta in gioco. Di questo si parla da anni e solo a giugno l'imprenditore ha sottoscritto un contratto con l'amministrazione comunale. Per  giunta, in una recente intervista, è stato lo stesso sindaco Perrone a rivelare non poche perplessitá al riguardo.
Un centro per l'accoglienza, inizialmente soltanto diurna, non può prescindere infatti da vari elementi di elevata qualificazione che sono esattamente il contrario del piccolo è bello. Con i pochi pazienti da assistere non si risolve, chiarisce inoltre Rocco Perrone, assolutamente nulla o quasi. E non gli si può dare torto considerata tra l'altro la sua professione di medico ospedaliero.
L'idea del sindaco era un'altra e di grande rilievo: allocare nell'edificio  un centro di ricerche su malattie rare con la partecipazione di alcune università e di una qualificata comunitá scientifica in grado di dare sufficienti garanzie per l'esito della ricerca nel tempo. Ma come tutti i sogni import ti anche questo sembra essere rimasto nel cassetto facendo posto a idee più spicciole.  
A giustificare l'idea di un centro studi sulle malattie rare era il concetto stesso di parco, per giunta di respiro nazionale, inevitabilmente portato a misurarsi con realtá non irrisorie. Tutt'altro. Lo impone  il suo stesso prestigio.
Sicchè molte cose dovranno definitivamente giungere al giro di boa in tempi non biblici, se si vuole evitare che i progetti non si riducano alla semplice dimensione di un libro di sogni. Ce ne sono già fin  troppi.

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