domenica 18 ottobre 2015

L'APPENNINO NELLA BASILICATA DI MATERA 2019



Il convegno organizzato dal Parco nazionale dell'Appennino lucano val d'Agri lagonegrese sul tema della biodiversità, a Pantano di Pignola, si presta a diverse letture.  
Grazie alle parole d'ordine di Expo 2015, anzitutto nutrire il pianeta, la serie di iniziative poste in essere in concomitanza con l'Esposizione universale si trasformano in una sollecitazione a riscoprire valori e peculiarità propri degli ambienti della Basilicata dei quali si erano addirittura perse le tracce per una sorta di silenzio che ha fatto da corona a tante politiche fallimentari nei decenni scorsi. Si ritorna a parlare  dell'uso del territorio rurale, dimenticato, spesso abbandonato a sè stesso oltre che all'incuria e alla peggiore indifferenza. Che sono mali incurabili. 
E si nota che l'esempio di molti centri delle periferie agricole rappresentano una sorta di percorso obbligato se si vogliono indicare strade certe per la ripresa, mettendo a frutto tradizioni ultrasecolari, cancellate in certi casi dal "progresso". Vero o presunto, tutto ancora per buona parte da vedere.
Per intenderci: l'attenzione del convegno si è soffermata a lungo sulla rivitalizzazione dell'intera area di Pantano di Pignola, una delle porte più prestigiose del Parco nazionale. Pantano produce oggi quel che non produceva in un recente passato: tra l'altro anche quintali del famoso "fagiolo rosso scritto", questo il marchio. Una possibilitá di valorizzare terreni agricoli abbandonati e di affidarli a giovani impegnati nella ricerca di un lavoro qualificato, e non certo di una opportunitá qualunque,  purchè assicuri una retribuzione. 
Sicchè la biodiversitá, rapportata alla serie di convegni promossi dal Parco in linea con Expo, è non solo trainante, quanto promette di invertire la rotta del rapporto uomo natura, uomo economia agricola. In senso positivo, naturalmente.
Avere  promosso momenti di dibattito e convegni  dai quali può dipendere davvero molto, aprire concrete prospettive al Parco nazionale: ecco l'obiettivo. Una ripresa verde con le carte in regola è più di una banale speranza. Tanto più se si pensa che l'Appennino è e rimarrà a lungo tra le località a maggiore impatto ambientale del Sud per le estrazioni di petrolio, presenti anche all'interno del suo perimetro a seguito delle concessioni date prima della istituzione del parco nazionale. 
Al convegno di Pantano di Pignola sono intervenuti dal direttore dell'Alsia, Romaniello, al Presidente del Parco, Totaro, fino a ricercatori e studiosi del CNR a voler significare che la posta in gioco non è irrisoria.
Che tutto questo sforzo rappresenti un cambiamento nella cultura degli investimenti, nella gestione dell'ambiente e della sua economia, nel modo di intendere il domani di tanti giovani è assolutamente importante. Si tratta di non far cadere quella tensione cresciuta intorno ai parchi e alle aree soggette a particolare protezione. Che non sono poche in questa Basilicata di Matera 2019. 


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