sabato 24 maggio 2014

IL "PRESS TOUR" DEL PARCO DELL'APPENNINO




E' stato definito il press tour del Parco dell'Appennino, con la vocazione a inglesizzare anche termini  tradizionalmente legati alla vita italiana. In realtá si è trattato di una visita guidata condotta da un gruppo di giornalisti, giunti prevalentemente dal Centro Nord,  i quali hanno messo in luce aspetti positivi e criticità della più giovane e importante area protetta del Sud.
Capisco il randagismo che crea qualche problema al visitatore. Comprendo  che la mancanza di un elevato numero di alberghi possa essere considerata una negatività, ma solo da un punto di vista completamente errato e fuorviante. Ma non condivido affatto quel modo approssimativo con cui si pretende di attribuire un'etichetta all'Appennino, senza conoscere nel dettaglio le sue caratteristiche, i suoi aspetti storici, ambientali, naturalistici. Mi chiedo. Quanto i colleghi hanno visto, ad esempio, delle alte quote del Volturino o del Sirino? Quanto hanno conosciuto della ricerca che studiosi del CNR stanno portando avanti sulla geologia dei luoghi del Parco o sulle tradizioni religiose? 
Certo, non si possono esprimere giudizi affrettati se non si ha conoscenza diretta e approfondita di realtá del tutto prioritarie. 
A questo punto il discorso diventa complesso, indubbiamente. Il parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese ha dei tesori da  offrire a chi sia interessato ad approfondire certi aspetti. Dispiace fra l'altro dover constatare che si parla a tratti del Parco come di un luogo di villeggiatura. Non c'é termine più banale da scegliere.
L'Appennino è qualcosa di complesso e multiforme, in cui si fondono cultura e natura. Archeologia e storia. 
Docenti dell'Universita' della Basilicata si stanno interessando agli aspetti economici delle risorse, compresa quella idrica, del Parco. Nasce così il tema degli orti montani e di un censimento delle terre incolte. Uno studio sulle acque e l'economia del Parco, del tutto originale, destinato ad un pubblico attento di studiosi dell'ambiente, di cultori del paesaggio. Di appassionati di certe integrità oggi putroppo scomparse da noi, ma, si badi bene, assolutamente valorizzate al Nord, dove le aree protette sono davvero una risorsa. Per intenderci un business.
Il parco, cresciuto bene e con molto impegno da parte degli organi dirigenti, oggi ha bisogno di un' opera di divulgazione delle sue peculiaritá.
Ha bisogno dI andare in Tv, ha necessità di rivitalizzare le sue potenzialità, di giungere ai possibili fruitori. Tanto per cominciare: l'Adamello Brenta ha da anni fatto conoscere i suoi prodotti tipici a Uno Mattina. Una scelta saggia e molto oculata, senza dubbio. 
Importante intendersi tuttavia su una questione: allo stato delle cose l'Appennino è ad uno snodo decisivo. Tutto il lavoro messo in atto, da quando Domenico Totaro era Commissario fino ad oggi, non può rischiare di finire nel nulla. Un lavoro prezioso e imponente, apprezzato finanche dagli organi del Ministero. 
La Carta europea del Turismo sostenibile è autorevole testimonianza. Il Parco sta lavorando ad un numero monografico della Rivista on line che affronta i principali aspetti della Carta. Si tratta ora di attuare i principi alla base di questo importante documento che impone quanto meno di riflettere sulle strade da imboccare e sulle scelte da compiere nel breve e lungo periodo. Se così non fosse i rischi di una caduta libera non sarebbero pochi. Nè irrilevanti. 

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