lunedì 10 marzo 2014

PRESIDENTE RENZI VADA A VISITARE IL PARCO DELL'APPENNINO, ANCHE SOLO COME TURISTA



La villa dei Bruttii Praesentes, a Barricelle di  Marsicovetere, gli scavi della Torre di Satriano e quelli dell'antica Grumentum bastano da soli a rappresentare il Parco dell'Appennino nella sua vera essenza. Sono un richiamo forte, un motore potente di sviluppo turistico. 
In fin dei conti sarebbe già sufficiente pubblicizzare  queste realtà per dare slancio all'area protetta e farla conoscere in una dimensione tutt'altro che minuta e inconsistente. La dimensione del suo passato e del valore delle sue realtà storiche, archeologiche, oltre che paesaggistiche.
La presentazione agli operatori del portale turistico del Parco nazionale dell'Appennino lucano prende spunto da queste e da altre motivazioni concentrate intorno all'esigenza di attrarre flussi qualificati di visitatori, ponendo alla base di tutto una scelta politica ben precisa. Il Parco è un dato dello sviluppo e come tale va inteso e considerato. Come tale va presentato non solo ai turisti ma in particolare a chi si trova a compiere delle scelte in campo nazionale e in sede locale.
Il problema vero della giovane area protetta consiste  proprio nel riuscire a polarizzare su di sé un'attenzione particolare, in grado di dar vita a delle scelte ai vari livelli per pubblicizzare, diffondere, far conoscere e promuovere una realtá di questo livello. Una realtá che dalla sua istituzione fino ad oggi, e presumibilmente anche in futuro, rimane e rimarrá  l'unico vero baluardo in difesa di un ambiente di estremo valore ma al tempo stesso di grande delicatezza: la vicinissima zona di estrazione del petrolio, con tutte le criticità ed i rischi collegati alla presenza del più grande giacimento di greggio in terra ferma a livello europeo, non fa dormire sonni tranquilli. 
Per rispondere adeguatamente agli sforzi del Parco, non soltanto la Regione Basilicata quanto il governo Renzi  debbono agire con tempismo e coerenza a cominciare da subito perchè la Basilicata non può attendere. Rinegoziare l'intesa governo, Regione, Eni ed altre compagnie petrolifere non significa puntare a qualche euro in più, quanto piuttosto ottenere un impegno a favore di un Parco che ha tutte le carte in regola per avanzare legittime pretese.
Renzi e il suo governo non possono trasformarsi in altrettanti tour operators pronti a spezzare una lancia per il Parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese. D'accordo. Ma possono sottolineare in mille modi la valenza e le peculiarità dell'area. Anzi se il Presidente Renzi andasse a trascorrere qualche ora nel Parco, per rendersi conto di cosa esso rappresenta, sarebbe in fondo un riconoscimento a questa terra del Sud che nasconde molti tesori. Tesori importanti, testimonianze autorevoli di una cultura dell'ambiente e della storia da non far cadere nel nulla. Ecco cosa vuol dire turismo.

Nessun commento:

Posta un commento