venerdì 21 marzo 2014

LETTERA APERTA A DON LUIGI CIOTTI E A DON MARCELLO COZZI

            


 Carissimi, il vostro personale impegno nella lotta alle tante mafie, di cui è lastricato il Paese, rappresenta più di una semplice testimonianza o di un gesto compiuto in nome della vostra fede, nel momento in cui l'annuale manifestazione di Libera sottopone all'opinione pubblica nazionale il problema di una legalità calpestata e spesso disattesa. Anche dalle istituzioni e da certi organi dello Stato. 
Gli interventi di don Luigi a Radio anch'io e di don Marcello a Prima di tutto sono di fatto un momento di grande impegno civile e di dedizione alla legalità, nel nome di Libera.
Vorrei far riflettere chi legge questa lettera su un particolare aspetto:  Libera non è una semplice associazione, un insieme di persone decise a far valere il messaggio del Vangelo e a far rispettare le leggi dello Stato. Libera è un grimaldello nel cuore del malaffare e rappresenta la più potente organizzazione per consapevolezza del ruolo e per la sua capacitá di attrarre il consenso delle coscienze di migliaia di uomini e donne onesti. Libera è davvero oggi un baluardo chiamato a difendere inermi cittadini, a rappresentare gli interessi dei deboli, a battersi per dare voce a chi non è in grado di farsi ascoltare perchè non ha denaro e non ha potere. Non ha soldi da distribuire in cambio di quella voce in capitolo di cui spesso non ci si rende conto...
Gli episodi di questi giorni parlano chiaro: un colonnello della Guardia di Finanza finito agli arresti domiciliari. Una infermiera, o sedicente tale, inquisita per una serie di motivazioni, ancora non tutte note. Donne uccise o minacciate in nome della violenza mafiosa. E poi tonnellate di cocaina sequestrate. 
Ecco il Bel Paese, signori. Il Paese nel quale i misteri s'infittiscono di giorno in giorno e si tenta di risalire alle responsabilità di fatti di sangue, ancora per nulla chiariti e che resteranno tali probabilmente, a cominciare dalle tante responsabilità per l'assassinio di Elisa Claps, nella Basilicata del petrolio e delle grandi contraddizioni.
Non vorrei che la vostre voce, don Luigi e don Marcello, fosse costretta ad essere una voce nel deserto. Mi rifiuto di accettare una ipotesi del genere. L'autorevolezza delle vostre prese di posizione e il calore della gente semplice e onesta, ma anche di tante persone di alto livello, sta a dimostrare che non siete soli e non resterete soli. 
Un grande abbraccio. Rocco de Rosa

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