sabato 15 marzo 2014

BASILICATA OLTRE LA CRISI. QUALE FUTURO?


 INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE,  PIERO LACORAZZA



                           




Non è possibile attendere più di tanto. La macchina pubblica, le istituzioni dal governo fino ai comuni, hanno la responsabilità di dover dare delle risposte. Ma risposte vere alla gente che aspetta da anni, forse da decenni. Da quando le prime crisi degli anni Settanta dimostrarono che bisognava cambiare un po' tutto e che nulla sarebbe  stato uguale al passato.
Superato il tunnel (almeno la parte più buia) la Basilicata si trova difronte a un interrogativo: quale domani  costruire? A differenza di altre regioni ha un mare di risorse da mettere a frutto. Tante potenzialità, per buona parte inesplorate, che non lasciano margini di spazio a vuoti di iniziativa. O, peggio, a iniziative inadeguate. L'alternativa è una caduta verticale, senza  ritorno. Come un aereo che cade in picchiata. 
Alla vigilia di una stagione di confronto e di dibattito in seno al Consiglio regionale e tra le forze politiche sembra, dunque, legittimo chiedersi quali prospettive realmente si aprono. Cosa potrà accadere e cosa dovrà accadere.  Ecco cosa risponde Piero Lacorazza, presidente dell'Assemblea. 
"L'assemblea legislativa deve essere più  aperta, più visibile, più trasparente agli occhi dei cittadini. L'assemblea  deve costare meno: abbiamo ridotto le presidenze delle commissioni, non ci sono più vitalizi, nè trattamenti di fine mandato e altro ancora: da un lato ridurre i costi e dall'altro rendere più funzionale il Consiglio. Abbiamo inoltre badato ad una reale informatizzazione dei vari meccanismi, a cominciare dalle commissioni, perchè siamo convinti che non è solo un aspetto di comunicazione ma di sostanza. Il nesso tra politica e le nuove generazioni è fondamentale: se ci si relaziona meglio da parte dei giovani con i meccanismi delle istituzioni è possibile fare in modo che si riesca ad inserire istanze e richieste concrete nell'attività legislativa, ad esempio. Il nostro scopo è riuscire a essere una regione fruibile da tutti, un palazzo di vetro, una realtà trasparente e non chiusa. 
La mia idea, inoltre, è di riuscire a mettere insieme pubblico e privato, in una sorta di convivenza e di simbiosi utile per dar vita a delle leggi in sintonia con i bisogni reali della vita   dei giovani."

Questa società è impegnata nel tentativo di costruire il suo domani, sia a livello collettivo ma anche individuale. Come aiutarla. Cosa fare, insomma.

"La riposta potrá venire se costruiremo i canali della partecipazione: una partecipazione concreta che significhi testimonianza e anche cambiamento. Occorre un salto culturale che ci consenta di pensare a questa terra  come ad una regione del mondo, con le nostre caratteristiche, anche con le nostre difficoltá ed i nostri deficit. Dobbiamo capire cosa nel mondo di sta muovendo, dobbiamo sapere interpretarlo a nostro vantaggio con immediatezza e lucidità. Altrimenti tutte le possibili risposte saranno già in ritardo perchè da altre parti sono stati imboccati altri percorsi, magari ben più efficaci." 

La Basilicata è la regione delle risorse: acqua, petrolio, Fiat e non solo. È ipotizzabile un dibattito su come utilizzarle? 

"Abbiamo già previsto ben quattro appuntamenti che possono segnare un buon inizio della legislatura. L'otto e il nove aprile approveremo la prima legge di bilancio di questa consigliatura. Lo scopo è proprio quello di fornire un'idea ben precisa per dire da che parte stiamo dentro la crisi. Il quindici aprile faremo un consiglio regionale dedicato alla Università della Basilicata perchè io penso che dentro questo percorso di futuro e di prospettiva noi dobbiamo valorizzare al massimo il nostro ateneo, come agente culturale, come agente economico, espressione della cultura e della scienza: non un'idea chiusa, magari favorendo anche un network con altre università, altri centri di ricerca, instaurando un rapporti utile e dinamico tra locale e globale fondato sul sapere e sulla scienza, per trasformare tutto questo in opportunità per il territorio. 
A breve discuteremo del modo con cui utilizzare le risorse in vista di nuove opportunità di crescita e di sviluppo. Cosa indispensabile. Senza trascurare, è ovvio, l'esigenza di aprire un dibattito sullo statuto regionale. Uno strumento indispensabile per andare avanti su un cammino giá tracciato."

Per concludere, presidente Lacorazza, ci sono spunti e stimoli nuovi anche per la politica, per le istituzioni. Non trova?

"Certamente, ma in ogni caso bisogna avere la consapevolezza di non essere all'anno zero, per quanto il contesto sia profondamente cambiato rispetto al passato. La storia non ha salti. Quindi mettere a valore ciò che di buono è stato fatto ma avere la capacitá di interpretare questo nuovo tempo, la modernità, anche con un pensiero critico. Non c'è tuttavia un futuro senza memoria, una chioma di albero senza tronco e senza radici.  Così facendo potremo progettare un futuro migliore, sotto ogni aspetto, nell'interesse della comunità."

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