venerdì 7 marzo 2014

ADOZIONI, UN BAMBINO COME UN CAVALLO DI RAZZA

                                     
                   don Franco Corbo con il rappresentante di uno Stato africano
                                   

Adottare un bambino al prezzo di un cavallo di razza. Questa l'amara constatazione di due aspiranti genitori  del potentino che si sono trovati all'improvviso davanti alla richiesta di ben 32 mila euro per portare in porto il sogno, umano e meraviglioso, che coltivano da anni: adottare quel bimbo  conosciuto tempo addietro, apprezzato, finanche amato ed al quale si sentono legati da sentimenti veri. 
Ai  32 mila euro andrebbero aggiunte varie altre spese, è stato precisato con cinica determinazione, una volta compreso che i due, una coppia abbastanza giovane, del bimbo proprio non riescono a fare a meno. È  diventata la loro ragion d'essere. Lo scopo della loro vita. Chiaro? 
Fin troppo chiaro, al punto che i due coniugi non hanno smesso di sperare in un ripensamento del mediatore o dell'ignoto incaricato d'affari che ha presentato loro il conto salatissimo, anzi improponibile. Per questo non intendono svelare il Paese d'origine, nè vogliono fornire altri dettagli per paura che l'inevitabile clamore possa mandare in fumo anche le poche speranze residue di un ridimensionamento delle pretese economiche.  Per giunta non si tratta di gente facoltosa. Ma di lavoratori come tanti altri. 
"Riuscire a denunciare questi abusi" sottolinea Luciano Lebotti, animatore del Centro adozioni internazionali della Parrocchia di Sant'Anna a Potenza. L'uomo che lavora da anni, con pazienza certosina, a tessere la tela dei rapporti  con varie realtá estere per favorire il meccanismo delle adozioni ed evitare, come dice lui stesso, che le speranze di tanti genitori adottivi vadano in fumo.
Un mondo misterioso e arcano quello delle adozioni, fatto di attese infinite, di promesse e di speranze a volte realizzate, ma spesso deluse con un gioco di denaro da non sottovalutare, come nel caso dei genitori del potentino. Un mondo finanche incomprensibile ma sterminato, senza confini, in cui la politica dei vari stati si mescola non di rado a operazioni di potere, alle assurde pretese portate avanti da rappresentanti e mediatori, pronti a vedere nell'adozione una possibilitá di realizzare un sicuro affare. E non solo. Un mondo in cui il nostro Ministero degli Esteri ha un ruolo a volte incisivo, a volte addirittura inconsistente.
Il Centro adozioni GVS  di Sant'Anna, a Potenza opera ai massimi livelli con l'Africa, il Sud America. Ma anche con la Bielorussia che ha da poco liberalizzato il meccanismo delle adozioni. Il centro è una realtá di ben diverso rilievo, rispetto all'apparente modestia delle sue iniziative. Non solo per il respiro internazionale, quanto per gli obiettivi che persegue  da anni. 
La vera mente pensante e operante, il Deus ex machina, è don Franco Corbo, il parroco di Sant'Anna al quale non mancano i necessari strumenti per operare ai vari livelli, con tempismo ed efficacia. 
Si parla di un convegno da organizzare quest'anno, in concomitanza con la festa di metà giugno a Potenza, una circostanza in grado di mobilitare energie, risorse, con tanti genitori e tanti bimbi soddisfatti delle nuove famiglie, ma con un mare di problemi da risolvere. 
Il convegno sarebbe un contributo importante per discutere di questioni enormi, per chiedere e dare risposte ancora mancanti ad un mondo del quale si parla pubblicamente solo in quel giorno di festa. Incredibile anche questo!

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