mercoledì 14 agosto 2013

APPENNINO, LE TANTE FACCE DEL PARCO




Qual è l'anima vera dei parchi? Quale la loro vocazione, quali i compiti e gli obiettivi? Domande inevitabili, valide per tutte le aree protette, specie per quelle a valenza nazionale soprattutto in un momento in cui il turismo ferragostano predilige la natura, intesa come fuga dalle cittá e come ristoro dalle fatiche di un anno. Ma anche come modo di essere e di intendere il riposo, in tempi di crisi in cui l'ombra di una quercia secolare sembra avere sostituito il confort mondano di lidi rinomati.
L'Appennino sta mettendo in evidenza una sua forza propulsiva e un carattere assolutamente sui generis: presenta al turista ogni giorno una "lista" di peculiaritá e un insieme di elementi  forti, tali da indurre il visitatore a fermarsi per contemplare le sue bellezze. Si, si tratta proprio di questo: contemplare le bellezze di alcuni angoli struggenti significa rintracciare il senso della storia e ritrovare una dimensione umana che fa di ciascuno dei turisti un visitatore appassionato, un uomo di cultura, una persona con tanta voglia di conoscere e di scoprire cose vere.
Come si fa, ad esempio, a non avvertire il brivido della scoperta stando a guardare gli scavi che hanno portato alla luce l'antica villa dei Brutii Praesentes a Barricelle di Marsicovetere, o le pietre dell'antica Grumentum, gli insediamenti ai piedi della Torre di Satriano, o anche i paesaggi imponenti del Sirino, che sentono giá vicine  le nevicate del prossimo inverno, oppure la dolcezza delle faggete  di Sellata Pierfaone immerse nel sole d'agosto? Per non parlare poi della bellezza irripetibile di Sasso Castalda, il paesino di cui Rocco Perrone, sindaco e medico, è letteralmente innamorato e non fa altro che diffondere, far conoscere, far sapere. Sforzandosi di dire e di fare perchè Sasso abbia quella visibilitá concreta rapportata al valore delle sue infinite risorse naturali. Una bella porta del Parco. Finanche deliziosa in questo clima di luce e di musica. Di pensieri che si trasformano in realtá.
Far conoscere, far sapere: ecco dunque la sfida che un intelligente operatore turistico e un saggio albergatore come Michele Tropiano non smette di raccogliere e rilanciare ogni giorno; lui che del Kiris, ai piedi del Sacro Monte, ha fatto un meraviglioso momento di  incontro, di socializzazione, di contatto umano e di svago, con l'interesse per i pregi della buona cucina, per i mille svaghi, per il clima di relax di una residenza tradizionale, nel cuore della Valle dell'Agri.  
Tropiano guarda, tra l'altro, a una nuova fase del convegno sul tema del turismo che prevede di tenere in autunno, magari poco prima delle vacanze di fine anno, per avviare un confronto con chi può affrontare nodi vecchi e nuovi dello sviluppo della Basilicata. 
La sfida è proprio questa, non altra. L'Appennino si regge sulla volontá di tanti e su delicati equilibri da salvaguardare in ogni modo. A denti stretti, addirittura. Ha una sua fragilità, non è un gigante di roccia. E nemmeno un monumento di granito alla natura, dolce e selvaggia, ancora oggi. Speriamo per molto...

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