giovedì 1 agosto 2013

ANCORA SENZA RISPOSTA IL VIAGGIO NUCLEARE DA ROTONDELLA A GIOIA DEL COLLE





Dopo il misterioso viaggio notturno del convoglio nucleare dalla Trisaia di Rotondella, sulla costa Jonica della Basilicata, all'aeroporto militare di Gioia del Colle s'infittiscono le ipotesi e le relative prese di posizione sull'evento. Il Tavolo della trasparenza cerca poi di dare un'immagine chiara e "trasparente" di tutta l'operazione, tentando di accreditare l'idea secondo cui sia davvero possibile mettere alla luce del sole tutto ciò che  accade  nel centro Jonico.
La storia del passato della Trisaia non è indubbiamente un brillante esempio di gestione visibile di tutto quanto si è fatto, dal riprocessamento del combustibile nucleare,  ai rapporti internazionali con l'Irak, alla contabilitá interna dei materiali presenti, ai viaggi delle navi da Taranto verso gli Usa e la centrale di Elk River. Tutti argomenti rimasti per anni top secret e scovati soltanto da un'opera attenta e intelligente del Procuratore Nicola Pace, purtroppo scomparso lo scorso anno.
Due gli elementi sui quali occorre riflettere. Primo: Pace affidò a un pool di esperti, coordinati da un ufficiale dei carabinieri, una delicata e complessa indagine - protrattasi a lungo - che approdò a risultati incredibili, a dir poco, se non sorprendenti e anzi allarmanti. Nel rapporto di questo militare si parla del fatto che l'impianto Itrec abbia funzionato per anni e anni nell'assoluta illegalitá, senza il rispetto delle norme di legge, tranne che - si evidenzia - quando fu diretto (per un tempo molto breve) dall'ingegnere Raffaele Simonetta. Come mai questo rapporto, arricchito con dettagli, interviste a tecnici, interrogatori e numeri di telefono di personaggi non solo italiani, è rimasto lettera morta, relegato nei cassetti della Giustizia e non ha prodotto finora il benchè minimo risultato? 
Secondo: il Procuratore Pace informò direttamente il Presidente della Repubblica con lo scopo di metterlo a conoscenza della situazione di grave pericolo in cui versavano i fusti nucleari in Trisaia in seguito ad alcuni incidenti e anche questo intervento non ebbe alcun seguito. Legittimo interrogarsi oggi sui silenzi di tomba in cui è immerso il "sarcofago nucleare" lucano. Qual è il ruolo della Regione e quale quello delle istituzioni locali e nazionali in difesa di un territorio che non intende  diventare pattumiera nazionale, nonostante le bellezze del paesaggio e le caratteristiche di un ambiente, dalle grandi potenzialitá. Domande che richiedono risposte immediate,  e non più rinviabili, come purtroppo si è fatto in passato. Tanto la Basilicata è la Cenerentola d'Italia...

Nessun commento:

Posta un commento