mercoledì 15 maggio 2013

L'AGENDA ROSSA DI BORSELLINO: MORTO ANDREOTTI SE NE RIPARLA




Solo all'indomani della morte di Giulio Andreotti si parla concretamente dell'agenda rossa di Paolo Borsellino, scomparsa subito dopo l'attentato al giudice. Argomento prima a volte soltanto accennato  ma mai  approfondito compiutamente e con dovizia di particolari. Cosa da non sottovalutare, evidentemente.
Repubblica on line mette a disposizione del lettore un interessante reportage  filmato, una conversazione tra Attilio Bolzoni e Salvo Palazzolo riferita agli ultimi sviluppi delle indagini sulle responsabilità relative alla sottrazione dell'agenda rossa di Borsellino.  Sottrazione (e non semplicemente scomparsa) del documento clou in cui sarebbero custoditi elementi determinanti nella trattativa Stato mafia. 
A sentire i due giornalisti le indagini sull'argomento cardine, alla base dei misteri italiani, sarebbero a una svolta. Qualcuno è sulle tracce di un uomo responsabile di avere fatto sparire, dalla borsa del magistrato, l'agenda in cui sarebbe custodita la chiave di lettura importantissima ai fini delle indagini riguardanti appunto  eventuali rapporti tra lo Stato italiano e le organizzazioni mafiose.
Emergono addirittura particolari di grande rilievo: esistono fotografie che ritraggono un uomo con la pettorina azzurra e il distintivo dell'Arma dei carabinieri con una borsa in mano. Ma, a quanto pare, il militare risulterebbe estraneo alla sottrazione dell'agenda. Almeno sulla base dei primi accertamenti. Altra persona, invece, sarebbe responsabile di aver fatto scomparire l'agenda rossa del giudice Borsellino sulla quale erano  annotati  elementi giá acquisiti, e non solo ipotesi di lavoro,  ai fini delle indagini sul rapporto tra lo Stato e le organizzazioni mafiose. Si parla di un uomo dei servizi e il filmato di Repubblica mette in grande evidenza questo particolare. 
Ma il punto non è solo questo. Perchè si ritorna a parlare della trattativa soltanto dopo la scomparsa di Giulio Andreotti, l'uomo che ha portato con sè nella tomba i retroscena della vita italiana, la miriade di segreti da non svelare mai? Le foto e tanti altri particolari erano disponibili anche prima della scomparsa di Andreotti. Interrogativo angosciante. Chi ha omesso di indagare a fondo? Chi ha avuto l'ordine di non indagare? 
Evidentemente il multi presidente  del Consiglio, il politico potentissimo, era e rimane un crocevia delle vicende italiane. Tutte, nessuna esclusa, comprese  quelle più compromettenti. Un uomo che ha usato il potere sempre e indistintamente. Dandogli non di rado il significato che altri, per pudore, cercano di tenere celato: quello del libero e assoluto arbitrio. Senza limitazioni di sorta. Senza impedimenti di nessun genere...

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