domenica 19 maggio 2013

DICHIO: UN MAGGIO A MISURA DI AMBIENTE




C'è un ritorno al passato in questa edizione 2013 del maggio potentino. Come se si avvertisse oggi un forte bisogno di identificarsi con la città del verde, la città a misura d'uomo, oltraggiata dal cemento che incalza e spesso non lascia traccia dei tempi andati, in cui anche una quercia, un albero, un prato fiorito erano prerogativa indiscussa dell'antica “Romanorum Potentia” (la Potenza dei romani) come era scritto sulle porte del centro storico a voler significare che quella Potenza andava difesa e tutelata in tutto e per tutto. E, se necessario, fatta conoscere e rilanciata.
Una terra suggestiva con una folta macchia, oggi praticamente scomparsa, a nord della città. Querce ed altre essenze rappresentavano il fiore all'occhiello di una montagna bella e affascinante. Che guardava i monti circostanti, disposti a corona a protezione della realtà urbana nota per il suo territorio e le sue pregiate acque. Ottimo soggiorno per chi voleva sottrarsi alla calura del tavoliere delle puglie, del tarantino o di altri centri assediati da temperature insopportabili, soprattutto nei mesi estivi.
Memoria da non distruggere, indubbiamente. Di questo il maggio potentino sembra essere testimonianza: quasi la volontà di riscoprire il passato, con un bel senso di colpa per il presente destinato a rimanere quel che è e a non poter essere modificato, se non con una improbabile bacchetta magica.
Largo Pignatari, accanto al Museo Archeologico, anche quello testimonianza eloquente del passato, ha ospitato una mega rassegna di piante e fiori organizzata dall'azienda Dichio di Matera, leader nel campo florovivaistico, in grado di riassumere natura e ambiente della Basilicata. Bellissimo, inutile dire, il colpo d'occhio con tanti visitatori attratti da quella stupenda immagine: il verde che s'insinua tra i palazzi sembra restituire alla città un nuovo umanesimo. Una dimensione efficace della vita, proprio là dove il sabato notte le bottiglie di birra diventano montagne di vetro, una volta consumate dai giovani nei locali del centro.
Dichio ha voluto offrire alla città l'entusiasmo per la cultura dell'ambiente capace di fare piazza pulita di quella espansione a dismisura delle case.
Un monito per Potenza del terzo millennio? Indubbiamente si. Un monito efficace che richiama ciascuno alle proprie responsabilità per una città cresciuta male dal dopoguerra ad oggi, nonostante gli sforzi di urbanisti e tecnici che si sono cimentati nel tentativo di restituire alla “capitale” della Basilicata il suo vero volto.

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