giovedì 20 dicembre 2012

PERCHÉ GLI OPERAI FIAT APPLAUDONO MONTI?



A Melfi il Presidente del Consiglio ha ufficialmente aperto la sua campagna elettorale recandosi in visita allo stabilimento Fiat piú giovane tra quelli esistenti in Italia, accompagnato dai vertici della casa Torinese e da Marchionne, l'Ad che ha legato il suo nome alla svolta della fabbrica che fu di Giovanni Agnelli in tempi ormai lontani. Evidenti i toni da propaganda elettorale con il richiamo al governo e ai suoi meriti. 
Clima delle grandi occasioni alla Sata dove il discorso del Presidente é stato applaudito dalle maestranze, quelle stesse chiamate a fare enormi sacrifici nel corso di questo 2012 a causa del protrarsi della Cassa integrazione che ha toccato a Melfi punte da capogiro. Le stesse maestranze costrette a pagare la seconda rata dell'Imu qualche giorno fa, esattamente come tutti gli italiani, ricchi o poveri non conta.
Eppure gli operai hanno applaudito esprimendo il loro consenso ad un linea di governo, spesso dura ed iniqua, responsabile  di far pesare sui piú deboli il prezzo della crisi in una fase cosí delicata e pericolosa.
Incredibile davvero. Ma una ragione forse c'é: la Basilicata del petrolio e dell'acqua, la terra delle promesse svanite, la regione tra le aree a piú elevato tasso di disoccupazione ha voluto cosí esprimere al capo del Governo la propria gratitudine per continuare a consentire a questa terra di esistere ancora. Non c'é altra spiegazione. 
Sicché il dato di prima misura é proprio l'applauso degli operai Sata a Monti.  Un applauso per giunta convinto, caloroso, deciso  per esprimere un grazie al Presidente e incoraggiarlo ad andare avanti nel suo progetto politico, sul quale non si riversano certo fiumi di consensi da parte delle forze di maggioranza e di opposizione.
Segnale da prendere  in esame attentamente giacché rappresenta la piena adesione delle classi piú fragili alla cura scelta in alternativa all'aspirina che non avrebbe risolto nulla, ha tenuto a precisare Monti.      
Una Basilicata con il cappello in mano pronta a elemosinare la sopravvivenza e per giunta soddisfatta di non chiedere altro. Capace di accontentarsi proprio mentre le sue possibilità  di crescita per il futuro sembrano davvero ridursi al lumicino.

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