sabato 26 maggio 2012

LEGGETE LA RIVISTA ON LINE SUL SITO: WWW.PARCOAPPENNINOLUCANO.IT

É in rete la Rivista on line del Parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese. Uno strumento di dibattito e di analisi della presenza del Parco in un contesto non solo locale o meridionale, ma nazionale ed europeo. Questo l'obiettivo, forse fin troppo ambizioso, ma concreto che la nuova testata si propone di raggiungere in una situazione non facile, in cui i tentativi di delegittimarla e le inutili polemiche cercano di farsi largo per prevalere a tutti i costi. Un vizio non certamente nuovo, sintomo di un minuscolo provincialismo e di un uso di certe posizioni di rendita del passato che non aiutano in alcun modo. 
Nella veste di Direttore editoriale del nuovo organo di stampa sento l'obbligo di fare alcune necessarie precisazioni, trascurando meschinità e pochezze di ogni genere e rispedendole al mittente. 
Intanto desidero rivolgere un sincero ringraziamento ai colleghi di alcune testate e della Rai che hanno offerto la possibilità di mettere a fuoco l'orizzonte in cui la Rivista intende muoversi. E naturalmente fare una riflessione sul ruolo che il Commissario-Presidente, Domenico Totaro, sta svolgendo. 
Ho seguito dal primo momento le vicende non facili che hanno fatto da corona alla nuova area protetta, sin dalla sua nascita.  Un clima di veleni, spesso di basse rivalità nei confronti di chi aveva ed ha interesse a far prevalere la logica di una corretta gestione del Parco nazionale dell'Appennino lucano in una dinamica di rapporti improntata a correttezza e al rispetto delle leggi. Ed ho anche incoraggiato Totaro invitandolo a ignorare certe reazioni immotivate e irragionevoli. A dir poco. 
Oggi bisogna guardare al futuro, esattamente come sostiene il Vice Presidente Vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, che in una intervista sottolinea il ruolo dell'Europa e la funzione del Parco. O come affermano diversi amministratori di vari colori politici e lo stesso Presidente  del Consiglio provinciale di Potenza, Sacco, intervenuto nel dibattito in occasione della conferenza stampa. 
Forse non é chiara a tutti la delicatezza del momento. Il Parco dell'Appennino ha alcuni punti di criticità non lievi. Anzitutto la vicenda del petrolio, di pari passo con gli interessi stratosferici delle compagnie che incassano miliardi di euro.  Questo si un affare da capogiro, mentre la Basilicata chiede lavoro e sviluppo. Speriamo non sia una voce nel deserto, sarebbe un disastro. 
Il governatore Vito De Filippo, in un suo intervento per la Rivista, ha messo a fuoco compiti e finalità che questa regione persegue, mentre con il Memorandum sul petrolio emerge la volontà di far valere nei fatti la posizione di questa terra, piccola ma non insignificante e dotata per giunta di risorse enormi che non possono tuttavia rivelarsi un boomerang, pena una caduta inarrestabile dei processi di crescita. 
C'é ovviamente  da chiedersi se il Governo é consapevole di tutto questo o se la cosa é palesemente ridotta al rango degli eventi "normali" del bel Paese. 
Il caso dei forti inquinamenti che si verificano nel Parco, la situazione della diga del Pertusillo con l'ennesima moria di pesci e i danni macroscopici all'ambiente debbono far riflettere. E far riflettere soprattutto comuni ed entità territoriali chiamati a svolgere una funzione di controllo assumendosi fino in fondo tutte le responsabilità legate al loro ruolo. I comuni non sono, per giunta, una  comoda passerella per chi voglia fare bella mostra di sé... 
Ecco che il Parco nazionale deve assolvere alla sua funzione di guardiano dell'ambiente in uno scenario in cui le estrazioni di petrolio ubbidiscono a logiche industriali precise al millesimo e rigorose, anzi rigorosissime. Ed ecco che Arpab, Asl, organi di controllo e Dipartimento della Sanità  non possono stare a guardare. 
Si gioca una partita non solo importante e non per la sola Basilicata, ma per quello che oggi é il Sud in una crisi davvero senza precedenti e forse fin troppo aspra e selvaggia.

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