domenica 3 giugno 2012

L'EDITORIALE DI CARLO CARDIA PER LA VISITA DI PAPA BENEDETTO

La visita di Benedetto XVI a Milano rappresenta una svolta, non solo per la vita della Chiesa, quanto per il rapporto con la società civile che potrà avvalersi  di un messaggio forte e stimolante, un messaggio agli uomini, a chi governa, alle famiglie naturalmente. Ai giovani e ai deboli, vittime spesso dell'incuria. Se non della disattenzione e della violenza. Mali apparentemente  incurabili. 
A dare slancio alla tre giorni anche i commenti dei media, che hanno sottolineato aspetti centrali e questioni di fondo. Temi che, auguriamoci, possano diventare patrimonio di tutti e non solo di una élite.
Tra gli editoriali quello di Carlo Cardia su Avvenire. Cardia é giurista e attento osservatore della storia della Chiesa nel suo intreccio con i movimenti della società. Non a caso parla di giustizia e libertà collegandosi agli scenari che  si aprono, racchiusi intensamente nella tre giorni milanese di Papa Benedetto. Il punto di vista di Cardia fa riferimento soprattutto al tema dell'economia e a quelle forme di condizionamento inevitabile su ciascuno. "Nessun uomo é padrone di un altro uomo" sottolinea poi sostenendo che  "il diritto alla vita non puó essere negato a nessuno." 
In tutto questo la funzione  della famiglia é imprescindibile per il consolidamento di quei valori altrettanto indispensabili come la vita, guardando al ruolo delle nuove generazioni che sono l'asse portante del futuro. Autentico elemento di rottura con  il passato, in tutti sensi. 
Le nuove generazioni sono quelle che dovranno ragionare con logiche diverse facendosi carico della rivoluzione in atto e di quei cambiamenti sostanziali del vivere. Non solo. Le giovani generazioni sono quanto mai autorizzate a giudicare chi governa,  con la semplice espressione del voto, nel chiuso della cabina elettorale. Ma soprattutto con la forza delle idee e la capacità di battere vecchie incrostazioni e antichi metodi di governo. Spesso superati dai fatti,  quanto  inefficienti e assurdi. 
Le parole del Papa "invitano a guardare in alto, a riacquistare fiducia in un futuro che possiamo ancora costruire" osserva  poi Carlo Cardia ribadendo l'esigenza di "operare per gli altri". Sicché la "città dell'uomo" diventa l'espressione  tangibile di un vissuto diverso: non una utopia, non un sogno ma un dato di fatto al quale si può lavorare con impegno e senso di concretezza. Le città del cemento, delle lottizzazioni, della prevaricazione del potere sull'individuo, le città delle tecnologie esasperate che contribuiscono ad accrescere la solitudine umana rappresentano il momento piú basso e meno esaltante del tempo  del "benessere" e della modernità. Ma pure delle enormi contraddizioni.
Il Papa, conclude Cardia, ci aiuta a "elevare lo sguardo per superare lo smarrimento, sentirci  piú forti e solidali con gli altri." Un messaggio umano e cristiano. Laico e religioso insieme.



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