lunedì 7 maggio 2012

IL POLLINO VERSO NUOVI TRAGUARDI

Il Parco di sempre, situato nel cuore del Mezzogiorno tra Calabria e Basilicata,  si accinge a guadagnare delle mete sempre  più interessanti. Partecipazione a rassegne e fiere di respiro internazionale, con una prospettiva che sembra innestarsi direttamente sulle peculiarità di una montagna dinamica, attiva,  capace di promettere delle svolte al Sud prima di tutto.  
Tra l'altro con l'arrivo della stagione estiva anche il Pollino si "rimette in moto" per così dire. Ne parliamo con il Presidente, Domenico Pappaterra.
D - Il Pollino conferma, in un ambito non solo locale, la sua capacità di conquistare un grande intesse soprattutto dei visitatori utenti. Risultato di una buona politica. Di un impegno straordinario. Ma anche di un uso delle sue risorse corrispondente agli obiettivi prefissati. 

R - Quando si ottengono dei buoni risultati, é senz'altro merito anche della buona politica, ovvero, di quell'azione pianificatrice, prima, e concertativa, dopo, che mette insieme Istituzioni e Imprese. L'incremento di presenze registrato sul Pollino, incremento che ha assegnato al Parco, nell'ambito del Rapporto Ecotur presentato in Abruzzo nelle scorse settimane, il quinto posto in assoluto, preceduto solo dai grandi Parchi nazionali storici e dal Parco marino delle Cinque Terre, é senza dubbio frutto di tutto ciò e, quindi, anche di un impegno straordinario messo in campo da cinque anni a questa parte da tutta l'Amministrazione del Parco e dagli uffici volto a dispiegare sul territorio i benefici delle azioni programmate. Nel campo del turismo si deve necessariamente ricordare il programma dedicato al turismo scolastico e a quello sociale che, grazie al co-finanziamento della Provincia di Cosenza e della Regione Basilicata, ha permesso di abbattere i costi di trasporto dei visitatori che hanno soggiornato nelle strutture ricettive del territorio calabro-lucano del Parco. Questo intervento, così come tanti altri volti a utilizzare le risorse, ha disegnato quel modello di sviluppo eco-compatibile che sebbene non sia ancora del tutto compiuto, complice anche la grave crisi economica che attanaglia il mondo intero, indica un percorso su cui continuare ad investire. Indietro non si torna. E chi ha creduto nella scommessa del Parco, nonostante le difficoltà dovute anche ad un contesto strutturalmente debole, deve continuare a crederci e a profondere immense energie per arrivare a risultati ancora più lusinghieri.


D - il Pollino può essere dunque definito un parco di respiro internazionale? 

R - Sicuramente il Parco del Pollino è un'area protetta di respiro internazionale. C'e', tuttavia, come dicevo in occasione della presentazione del Rapporto Ecotur, da lavorare di più sull'internazionalizzazione. In tal senso stiamo cercando di 
puntare su una collaborazione più stretta con l'Associazione "I Borghi più belli d'Italia".  Il sodalizio rappresenta, infatti, un ottimo traino per i visitatori stranieri e a fine maggio incontrerò la direzione per verificare la possibilità di proporre nuove candidature, essendo, al momento, tra i comuni del Parco annoverati tra i borghi più belli d'Italia del Parco solo quello di Morano Calabro. In ogni caso, implementando il lavoro svolto, supportando anche gli operatori che con intelligenza hanno sinora lavorato, a volte anche da soli, per intercettare pezzi importanti di mercato estero, qualificando ulteriormente la nostra già discreta offerta turistico-ricettiva, continuando a tutelare le risorse primarie del Pollino -l'ambiente, la natura, le sue secolari tradizioni, i borghi millenari - sono certo che il turismo natura saprà attrarre anche i flussi turistici stranieri offrendo al Pollino la giusta visibilità in uno scenario ancora più globale, sinora poco sfruttato.    

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