venerdì 11 novembre 2011

"SORELLINA, CE L'ABBIAMO FATTA!"

La chiamano tutti Elisa. Nessuno degli inviati a Salerno precisa piu' ormai nome e cognome della ragazza potentina barbaramente uccisa da Danilo Restivo, riconosciuto colpevole appunto dell'omicidio di Elisa Claps e condannato a trent'anni di carcere con il rito abbreviato dal Gup di Salerno Elisabetta Boccassini. Il massimo della pena per un omicidio che non ha aggettivi per essere definito, consumato nel sottotetto della chiesa della Trinita' di  Potenza ben 18 anni fa.
Elisa non ha bisogno dunque di essere identificata con nome e cognome,  tanto la sua storia drammatica e' entrata nella mente e nelle case non solo degli italiani. Ed e' questo il risvolto vero di una tragedia ancora per buona parte non risolta per quanto riguarda le coperture ed i depistaggi di questi 18 anni, lunghi quanto l' eternita'.  

Potenza, la citta' di Elisa,  da piccola cittadina di provincia e ' stata catapultata nel novero dei centri che purtoppo hanno legato il loro nome a tragedie umane di una gravita' inaudita. Conosciute nel mondo per quei misfatti che fanno inorridire.
Chi ha aiutato l'assassino a rimanere in ombra? Chi lo ha protetto, non una ma mille volte. Chi ha avuto il potere di sottrarlo fino ad oggi a un giudizio che minaccia tuttora di scoprire tante e tante complicità e una fitta rete di protezioni di altissimo livello che non possono essere definite "innocenti depistaggi" secondo una infelice espressione uscita nientemeno che dalla bocca del Questore di Potenza, Romolo Panico. Si, avete letto bene.
Insomma, una tragedia che ha sbattuto il capoluogo lucano sulle pagine dei giornali di tutto il mondo. Bella pubblicita' con l' immagine della chiesa di via Pretoria, in pieno centro, chiusa con i sigilli, che ha fatto il giro dei giornali e delle televisioni! Meglio di così non c'era da aspettarsi.
Gildo, il fratello, si rivolge a Elisa e dice: finalmente sorellina ce l'abbiamo fatta. Un frase toccante come le lacrime e gli appelli di questi 18 anni di angoscia e di tormento per una famiglia allo stremo, travolta dal dolore, finanche sbeffeggiata dal rifiuto di certe autorità ' di proseguire negli accertamenti, soprattutto dopo la tragedia di quel 12 settembre 1993 anch'esso diventato arcinoto proprio come Potenza. 

Ora don Marcello Cozzi, il sacerdote di "Libera contro le mafie", che ha seguito da vicino questi anni durissimi per la famiglia Claps, chiede a Danilo Restivo di confessare quell'atroce delitto per vivere in pace con sè stesso gli anni del carcere in Inghilterra dove Restivo sta scontando l'ergastolo perchè ritenuto colpevole dell'altro omicidio, quello della sarta Heather Barnett. Altra atrocità. 
E intanto l'unica persona al mondo a credere nell'innocenza di Danilo rimane Mario Marinelli, il suo difensore, che dopo la sentenza di Salerno fugge dall'aula promettendo di fare appello. "Non ce l'aspettavamo" è stato il suo commento. Incredibile! Non ci sono parole...   

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