domenica 20 novembre 2011

CASO CLAPS:NECESSARIA UNA PRESA DI POSIZIONE DELLA CHIESA

Uno dei temi di maggiore spicco, nel dibattito all'interno della Curia potentina dopo la diffusione di una gran mole di notizie e di documenti sull'attività giudiziaria in corso per il caso di Elisa Claps, riguarda proprio l'opportunita' o meno di una replica immediata per smentire tutto quanto finora sembra essere dato per certo da giornali e televisione, a livello di responsabilità della chiesa, ovviamente presunte.
L'arcivescovo di Potenza Agostino Superbo, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, ed i preti chiamati in causa in relazione alla scoperta del cadavere di Elisa e ai successivi sviluppi, continuano a dirsi completamente estranei ad ogni e qualsiasi addebito. Ma sulla  utilita' di replicare subito al "fronte colpevolista" e di fare immediatamente chiarezza in ordine agli addebiti mossi ai  sacerdoti, vescovo compreso, sembra prevalere la linea attendista: chiarire subito diventerebbe inopportuno, sostengono alcune fonti. Conviene aspettare e far parlare i fatti. Questo l'orientamento prevalente con il conforto di alcuni autorevoli consulenti giuridici incaricati di seguire da vicino la spinosa vicenda, da tempo all'attenzione della gerarchia vaticana, a quanto si apprende.
Intanto si fa più insistente la richiesta di riaprire quanto prima la chiesa della Santissima Trinita' , a Potenza, dove e' stato trovato il corpo di Elisa, il 17 marzo 2010.
La riapertura della chiesa, oggi ancora sotto sequestro disposto dalla magistratura di Salerno, viene considerata un elemento di riscatto, per un verso, e dall'altro un momento corale con cui la Curia potrà dialogare con la popolazione non solo lucana dicendosi disponibile a chiarire i tanti motivi per i quali la chiesa non c'entra ne' nella tragedia dell'omicidio di Elisa, ne' nei tanti depistaggi.
Questa, grosso modo, la linea seguita sulla quale c'è peraltro assoluto riserbo.
Paga il silenzio? Ecco la domanda che ci si pone. Domanda legittima, anche perché il silenzio sta alimentando correnti di pensiero e di opinione circa le responsabilità della Chiesa,  non solo di quella potentina, beninteso, in ordine alla vicenda dei depistaggi sul caso di Elisa Claps. Silenzio che non aiuta a fare  chiarezza, nonostante si abbia timore di sovrapporsi alla magistratura in un momento delicatissimo e cruciale per le indagini, aperto a tutti i possibili sviluppi.
Un fatto e' certo. Per far sapere alla gente come stanno realmente le cose non c'è bisogno di violare il segreto istruttorio. La verità in genere e' una sola. Non c'è una verità che si puo' dire e un'altra da tenere nascosta, per rispetto a chi indaga.  Se così non fosse, sarebbe tutto molto pericoloso.
                                                                                                        Rocco de Rosa
 

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