sabato 15 ottobre 2011

TERRORE A ROMA

Un Crocifisso e una Madonnina presi di mira, ridotti a pezzi, buttati per terra come immondizia. Mai accaduto in decenni di manifestazioni e di lotte per la democrazia. “Padre perdona coloro che non sanno quello che fanno” è l'unica invocazione che si leva nella speranza che i nuovi barbari, educati all'odio, possano finalmente ravvedersi poiché sarà la vita a dimostrare loro che questa violenza non paga. Anzi richiama ondate di terrore e contrapposizioni sociali di inaudita gravità. Roma sotto assedio rappresenta una pagina buia del nostro presente.
Ci sono aspetti della vita che l'animo umano tenta di esorcizzare, di non vedere. Di ignorare finchè è possibile. Sono la distruzione cieca e irrazionale che lascia senza parole, la sopraffazione di ogni genere e di qualunque matrice. La guerriglia che contrappone gli uomini ad altri uomini, la gente ad altra gente. Il blindato dei carabinieri incendiato è un evento tragico: due militari si sono messi in salvo prima di essere avvolti dalle fiamme. A loro va un grazie sincero per l'equilibrio e la professionalità dimostrati.
Il 15 ottobre 2011 è dunque un giorno che non ha precedenti nella storia dell'umanità. Una data da dimenticare, se possibile. Nell'arco di alcune ore le lancette della civiltà si sono fermate e le belve umane hanno avuto campo libero per spadroneggiare in una città in cui la storia, l'arte, la democrazia, i valori di una intera società sembrano essersi inspiegabilmente dissolti.
Scene inqualificabili. Episodi in cui la follia ha dominato incontrastata. Ora la parola passa alle Istituzioni, al Parlamento, alla Giustizia. Alla coscienza collettiva chiamata a dare una risposta ferma e inequivocabile. 
                                                                                                Rocco De Rosa

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