domenica 17 marzo 2024

L'INNOVAZIONE, PERCHE'? A COLLOQUIO CON CANIO SABIA

 


                         


Stellantis, dove l'innovazione crea problemi

Innovare equivale a cambiare, ma non nel senso di un cambiamento purché sia. Quanto in tema di modifiche strutturali, frutto di riflessione e di analisi dell’esistente: una sorta di apertura sul piano ideologico, verso una concretezza diversa per combattere errori vecchi e nuovi.

Innovare significa aprirsi a diversificazioni positive, in qualunque campo e ad ogni livello. Non è un caso se l’innovazione ha radici nel sapere scientifico, tutt’altro che statico, stagnante. Anzi particolarmente dinamico, in tutti i sensi. 

In un recente convegno, Canio  Sabia, Direttore generale del Dipartimento attività produttive della Basilicata, ha indicato l’innovazione come un nuovo metodo di lavoro, una più efficace possibilità di interagire rispetto alle problematiche esistenti, molte in attesa di risposte soprattutto in materia di sviluppo e di crescita del tessuto produttivo. 

“L’innovazione serve finanche ad abbattere alcuni pregiudizi di tipo culturale, legati ad esempio al momento della ricerca di nuove figure professionali, alla loro formazione. Sembra impossibile immaginare che spesso alla domanda da parte di settori specialistici delle aziende di nuova forza lavoro non possa corrispondere una precisa risposta in termini di concretezza, spesso perché non esistono le basi per un cambiamento di rotta idoneo. 

IL problema - prosegue Sabia - interessa la scuola, l’università. Ad ogni livello.”

D’accordo, ma c’è tuttavia alla base una questione  politica,  riguardante le scelte di fondo. Oltre a una questione morale legata alla disponibilità ad accettare mutamenti anche repentini. 

“Indubbiamente, questo accade a livello di scenari internazionali. Anche le tante crisi, destinate a moltiplicarsi di giorno in giorno, richiamano l’esigenza di porre alla base degli interventi il principio di una innovazione all’altezza della posta in gioco. E’ il caso di Stellantis con numerose aziende dell’indotto spesso “frenate” nel cammino verso una idonea riconversione in grado di tutelare anzitutto il lavoro e, di conseguenza, il destino di tante famiglie. Riconvertire corrisponde a una significativa diversificazione, un processo da agevolare in ogni modo per evitare i contraccolpi di una crisi destinata a protrarsi all’infinito.”

Ci sono le premesse perché questo accada?

“Si, senz’altro. Da un lato abbiamo il livello formativo, il livello tecnologico, le imprese, e tutti gli strumenti adeguati da parte del mondo politico e istituzionale. 

La tecnologia gioca un ruolo importante ma non è l’unica protagonista nel campo della innovazione. Sicchè c’è da attendersi una programmazione strategica orientata in tal senso. Non è poco, anzi potrebbe trattarsi di una sfida. E’ l’incontro tra i vari attori della vita produttiva, culturale e sociale a generare delle risposte. Ecco il senso di una innovazione altamente positiva.”     

 

Nessun commento:

Posta un commento