lunedì 22 maggio 2023

RIPRISTINARE FUNZIONI E RUOLI DEL CFS PER UNA EFFICACE PROGRAMMAZIONE







Lungo la direttrice Basentana (che segue il corso del fiume), tra le province di Potenza e di Matera, Il Corpo Forestale dello Stato negli anni scorsi ha realizzato, d’intesa con il Genio Civile, una serie di importanti difese del territorio per irreggimentare le acque e scongiurare frane e dissesti su vasta scala. Opere che richiedono adeguata manutenzione e vigilanza in maniera costante.

La cancellazione tout court del Corpo Forestale dello Stato, assorbito dai Carabinieri, è un dato negativo, sostiene Franco Mattia, forestale per cultura e per vocazione. Un intero patrimonio di storia è svanito nel nulla. Un conto sono i Carabinieri, un altro il CFS dato il rapporto stretto di questo organismo con i boschi, i fiumi e l’ambiente. 

Come affrontare certi nodi e risolvere questioni vecchie e nuove?

“Un dato è certo: le ferite inferte alle foreste e all’ambiente non si curano con la semplice osservanza di norme applicate in forma militare, ma si curano con la cultura forestale che è propria dei forestali e solo dei forestali.”


Sul  da farsi esistono opinioni e ricette non sempre concordanti. Una selva di punti di vista destinati a non risolvere nulla, se non a peggiorare le situazioni. In definitiva, che fare?


E’ necessario un apparato competente e adeguato alle complesse esigenze del settore che non si avvalga della improvvisazione ma faccia leva piuttosto su tutte le conoscenze scientifiche e tecnologiche  finalizzate alla difesa del suolo, al controllo e al monitoraggio del territorio, nonché al potenziamento dei servizi per la montagna e le foreste.

L’amministrazione forestale aveva le migliori conoscenze tecniche in campo ambientale acquisite con studi appropriati e formazione continua  in anni di lavoro che hanno formato la base della professionalità forestale, un dato unico, irripetibile e non surrogabile.”


In effetti ancora oggi si avverte l’eredità di una istituzione non effimera ma finalizzata alla salvaguardia di un patrimonio di valore immenso, i boschi e gli ambienti delle montagne e delle valli.  


Il Corpo Forestale dello Stato ha rappresentato una istituzione moderna, specializzata tra le forze di polizia nella difesa della natura, i cui riflessi costituiscono ancora oggi valori supremi che andavano protetti e difesi ad ogni costo, comunque e sempre.

Di qui la condanna ferma che si leva nel Paese per la legge approvata dal governo Renzi e dai suoi ministri  nell’intento di decretare la fine del Corpo forestale dello Stato consumando una ignobile azione e calpestando i valori di una validissima istituzione posta dal 1822 al servizio del Paese per la custodia e la vigilanza dei boschi.”


Ora cosa c’è da aspettarsi? 


Il Governo Meloni, avendo apprezzato l’opera svolta dal Corpo Forestale dello Stato, voglia nel contesto di un’azione riformatrice ridefinire i compiti istituzionali di questa amministrazione mediante un’agenzia per la difesa del suolo e di sviluppo forestale incardinata nel tradizionale Ministero dell’agricoltura e delle foreste, oggi guidato dal Ministro Lollobrigida il quale appare ben consapevole della risorsa forestale, specie in un momento in cui la rinascita delle foreste e della montagna appare un obiettivo non più rinviabile.”


In che misura, dottor Mattia, il PNRR potrà rivelarsi uno strumento di sicura utilità anche in questo campo?


Il PNRR prevede il finanziamento di Piani di bacino e progetti forestali di nuova concezione, in grado di rispondere agli impegni internazionali non più rinviabili: piano dell’ecosistema, dei cambiamenti climatici, della regimazione delle acque dei fiumi e dei torrenti, della biodiversità, della difesa del suolo e dagli incendi, dei Parchi e delle Riserve dello Stato e delle Regioni.”


C’è la tendenza a misurare l’efficienza del Governo, di qualunque colore esso sia, in base ai provvedimenti per l’ambiente in modo da evitare cataclismi di sorta e tragedie come quelle che abbiamo sotto gli occhi.


Basti sottolineare che la politica di difesa, di valorizzazione e manutenzione del territorio con tutti i riflessi economici e sociali connessi, richiede un impegno istituzionale nuovo e moderno, una organizzazione diversa in termini scientifici, professionali, politici e amministrativi. 

Occorre un progetto concreto e strategico che riconosca il valore centrale del bene foresta e della stabilità del suolo. Va arrestato urgentemente il dissesto idrogeologico, una minaccia incombente sulla testa di tutti, non solo di noi italiani.

Una saggia politica di programmazione appare oggi insostituibile in ogni caso.” 

    

     

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