giovedì 9 dicembre 2021

PERCHE' MORIRE DI TERRA?



                             

Le occupazioni delle terre in Sicilia


Si avvicina a grandi passi una data che ha lasciato il segno nella storia. Il 14 dicembre del 1949 le lotte per la terra e la rinascita del Sud, ma non solo, raggiunsero il culmine con l’eccidio di Montescaglioso: fu ucciso Giuseppe Novello da una raffica di mitra partita dall’arma di Vittorio Conte, vice brigadiere dei carabinieri che quella notte era su una moto guidata dall’appuntato Rosario Panebianco, entrambi del battaglione mobile di Bari. 

Il paese era in rivolta per una serie di arresti. Migliaia tra braccianti, contadini, donne e uomini senza distinzione, si erano riversati nelle vie e nelle piazze della cittadina del Materano per la liberazione dei loro compagni di lavoro. Un fermento indicibile per rivendicare condizioni di vita più umane.  Montescaglioso rappresentò il culmine di tante vicende che indicavano la condizione di degrado sociale ed economico in cui nel secondo dopoguerra si trovavano migliaia di lavoratori. Volevano rivendicare il possesso della terra, nella speranza di poter cambiare radicalmente una vita insostenibile. 

Già a novembre di quello stesso anno c’erano stati dei morti. Melissa e Torremaggiore gli altri epicentri dei moti. Emilio Colombo si recò di persona a Crotone, il due novembre, per trattare la cessazione delle lotte e dare una risposta alle richieste della gente dei campi. 

I dati ufficiali sono a dir poco raccapriccianti. Ci furono nel Mezzogiorno 60319 arresti con 21093 condanne. 1614 i feriti. 40 i morti. Fatti purtroppo dimenticati tra mille, colpevoli disattenzioni.  

Da tempo ormai su quella stagione è calato il sipario. Il comune di Montescaglioso prevede di intitolare a Vincenza Castria una piazza. Vincenza era la vedova di Novello: una donna intelligente e fiera, interprete di quei fatti di settantadue anni fa considerati il prodotto di un tempo memorabile della politica e delle rivendicazioni popolari. 

L’annuncio della decisione è stato dato da Francesca Fortunato, assessore alla cultura del comune del centro materano. Sarà un’occasione per un dibattito a tutto campo sul movimento contadino e bracciantile, non certo un noioso ritornare sulle vicende di un tempo. Almeno c’è da augurarsi che sia questo il percorso.

Bisogna guardare avanti e non al passato, dicono alcuni. Lo sostiene la stessa Fortunato che considera l’argomento “ormai pienamente sviscerato in lungo e in largo.” Eppure la storia preme, soprattutto la storia del nostro tempo quella che assiste a trasformazioni incredibili, nel sociale e nell’economia. Nella ricerca soprattutto. 

Matera, per citare un esempio, non è soltanto la città dei Sassi, ma una realtà capace di far toccare con mano il progresso della scienza e della tecnologia. Un progresso in grado di rappresentare davvero un nuovo umanesimo della cultura .

Così questo settantaduesimo anniversario, in un momento difficilissimo, ha il senso di una rivisitazione degli eventi, in chiave di stretta, pressante attualità, senza dubbio.          

2 commenti:

  1. Rocco De Rosa giustamente ricorda una vicenda storica e umana di Montescaglioso, emblematica del secondo dopoguerra del sud Italia. Un suo ennesimo contributo per conoscere questo evento e le nostre radici e per progettare un futuro fondato sui valori di giustizia e solidarietà.

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  2. Grazie a Rocco che tiene sempre alto il ricordo e la memoria che, nelle giovani generazioni tende sempre ad affievolirsi ed invece dovrebbe servire da insegnamento e da monito per impedire che, ancora oggi, si verifichino situazioni disumane come quelle attuali riscontrate nel foggiano dove ancora imperano "caporalato e padroni privi di scrupoli" e di quell'umanità che oggi una buona parte di noi tende a dimenticare.

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