domenica 5 dicembre 2021

"CHE MOSTRI, CI HANNO TOLTO ANCHE L'ARIA"


                      
                     

L'ex ILVA di Taranto

     
Una frase tremenda, il segno della disperazione di alcuni abitanti del rione Tamburi di Taranto che rispecchia una terribile realtà, tuttora in atto: quella dell’ex Ilva, l’immensa acciaieria per la quale sono stati condannati a 300 anni di carcere i responsabili dell’azienda e vari esponenti delle istituzioni, compreso l’ex Presidente della Regione Puglia, Niki Vendola. Miseria o malattie, non ci sono alternative, sottolinea Sigfrido Ranucci, nel corso della puntata di Report riferendosi al disastro dell’acciaieria che ha seminato distruzione e drammi umani in cambio del lavoro. Si in cambio di un diritto garantito alla Costituzione di cui ci si riempie la bocca. 
Fondali marini stracolmi di polveri cancerogene, una città bellissima con tradizioni antiche che risalgono alla Magna Grecia resa invivibile. Nessuno nel rione Tamburi, emblema di tumori ormai, riesce a vendere la propria casa per scappare via, lontano mille miglia. Case e beni  sono resi inservibili dai funi della grande acciaieria. Anche il porto un anello della catena di distruzione. Una puntata di Report, replicata sabato 4 dicembre su Rai Tre, che fa rabbrividire. 
Taranto è una realtà macroscopica, in cui si tocca con mano quanto costa un posto di lavoro, in termini di danni alla salute e all'ambiente. Vivere e fare i conti con il cancro o rimanere disoccupati per migliaia di persone. Non ci sono alternative finora: nè la scienza, nè i vari governi di qualunque colore hanno affrontato questo terribile nodo. Nessuna risposta finora per quanto siano stanziati fiumi di denaro per la bonifica e addirittura per la riconversione dell'acciaieria. 
Il Sud è pieno di situazioni in cui la difesa dell’ambiente e della salute sono un miraggio, una favola come quella di Biancaneve senza alcun nesso con il quotidiano. Il caso di san Sago, una mega discarica in prossimità del fiume Noce ai confini con la Basilicata in territorio di Tortora, non fa dormire sonni tranquilli agli amministratori e alle popolazioni dell’alto Tirreno Cosentino e della bellissima Maratea. Un mostro anche questo destinato ad alimentare mille preoccupazioni poiché nella discarica sono finite in passato tonnellate di rifiuti speciali sottratti a qualunque controllo. La Procura di Paola l’ha posta sotto sequestro, ma non si conoscono gli sviluppi per il futuro. Una marcia di sindaci, ambientalisti e cittadini dell’area prenderà il via da Tortora venerdì 10 dicembre con lo scopo di fare avvertire la volontà delle popolazioni contro il ripristino della discarica.

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