lunedì 27 settembre 2021

COME LEGGERE LA TRATTATIVA


Se un giudice come Giuseppe Lo Sardo, oggi magistrato della Suprema Corte di Cassazione, sostiene che la verità processuale spesso non coincide con la realtà ciò vuol significare che c’è da attendersi di tutto da un processo, civile o penale che sia.  

L’affermazione di Lo Sardo serve a spiegare, tra l’altro,  quanto è accaduto a proposito del processo Stato mafia che in appello ha visto assolti recentemente i colletti bianchi e condannata la mafia. 

La trattativa ci fu ma non fu reato, esattamente il contrario di quanto affermato dal primo grado di giudizio. 

Molti aspetti della vicenda lasciano tuttavia perplessi e danno adito a una serie di inevitabili interrogativi. 

Non è ipotizzabile supporre, anzitutto,  che i pm in primo grado abbiano applicato semplicemente un possibile teorema per giungere a sostenere un’accusa pesantissima a carico di esponenti dello Stato, alti ufficiali dell’Arma, per giunta. Un danno enorme per chi ha subito una condanna ingiusta. Se ciò è accaduto, come sostiene sul Corriere Giovanni Fiandaca docente di diritto penale all’Università di Palermo, il tutto risulta ancor più grave e addirittura inammissibile. Se la trattativa era stata necessaria per giungere a importanti conclusioni investigative, possibile mai che ciò sia sfuggito ai primi giudici, essendoci per giunta una dettagliata deposizione da parte del generale Mori, il quale cercò di far luce sul dialogo con Vito Ciancimino fornendo in sede processuale tutte le spiegazioni al riguardo? 

Sembra quindi fin troppo banale ed ingenuo sostenere, come fa il prof. Fiandaca, “i pm, miei ex allievi, hanno sbagliato”. Si può mai sbagliare in una circostanza del genere, mi chiedo? E’ lecito correre il rischio di infangare irrimediabilmente il cuore dello Stato? Credo proprio di no. Tra l’altro Mori, nella fase istruttoria del lungo procedimento, ebbe modo più volte di sottolineare l’esigenza della trattativa nell’ambito delle indagini per la cattura del boss latitante Totò Riina. Particolare non irrilevante che non può essere sfuggito al primo grado. Evidentemente la prima sentenza si basa su ben altri elementi che sarebbe utile approfondire e non va considerata certo come l’applicazione di un teorema. 

A questo punto quali gli scenari possibili? Difficile fare previsioni se prima non si conosceranno le motivazioni della sentenza d’appello, dicono i giuristi. 

Per fortuna la materia non è un capitolo chiuso definitivamente ma una pagina di storia quanto mai aperta, anzi spalancata. Spetta a chi di dovere leggerla e commentarla. 


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