mercoledì 23 settembre 2020

LANORTE (LEGAMBIENTE): LE COMPAGNIE PETROLIFERE FACCIANO UNA INVERSIONE A "U"


                              

                            

                         
                            La ciminiera dell'Eni a Viggiano (Pz)



Quale peso ha avuto e sta avendo il Coronavirus sul dibattito che riguarda le tematiche ambientali, su vasta scala ma anche con riferimento a situazioni locali? 

 Francamente un peso abbastanza irrisorio. La gente mostra serie preoccupazioni, il virus fa paura. L’arrivo dell’autunno crea molta apprensione. Inevitabilmente. Eppure manca un confronto serrato sulla questione inquinamenti e danni ambientali, una delle cause possibili alla base della pandemia, un aspetto che  Spillover, il libro di David Quammen,                 ha affrontato egregiamente e con grande cognizione di causa prima ancora che si arrivasse al disastro di febbraio scorso.

Con l’incalzare delle trivelle la Basilicata ha cambiato la sua tradizionale vocazione agro - silvo - pastorale, oltre che paesaggistica, ed è divenuta terra di petrolio, serbatoio che fronteggia non meno del dieci per cento del fabbisogno nazionale. 

Peraltro dovremmo essere alle battute conclusive del processo Petrolgate che dovrebbe concludersi a Potenza entro l’anno.

Ma in che modo è possibile salvaguardare ambiente e territorio in un’ottica di utilizzo delle risorse in modo assolutamente corretto e rispettoso delle leggi, peraltro.

Qal è, si chiedono in molti, il ruolo autentico, concreto, di prima linea del movimento ambientalista, visto che oltretutto Legambiente lancia anche quest’anno il suo slogan con la campagna Puliamo il Mondo. Domande che la gente si pone sentendosi impotente di fronte all’aumento di malattie neoplastiche e delle vie respiratorie inevitabilmente collegate alle consistenti emissioni in atmosfera. 

Antonio Lanorte presidente di Legambiente Basilicata lancia un’idea: chiedere alle compagnie petrolifere di fare una inversione a U in modo da diventare, esse per prime, sostenitrici delle fonti rinnovabili, dell’energia pulita. 

Possibile certamente chiederlo, ma quanto ai risultati non credo possano essere di alcun rilievo. Tutt’altro. Anzi mi sembra finanche ingenuo pensare alla svolta auspicata da Antonio Lanorte, stando così le cose, con interessi miliardari delle compagnie petrolifere che non conoscono ostacoli di sorta. 

In definitiva l’intero movimento ambientalista cosa fa per tutelare la salute dei cittadini, l’integrità ambientale, le caratteristiche del paesaggio? Per riportare la Basilicata alla sua naturale dimensione, non dico un ritorno all’età della pietra ma a tempi ben più recenti. Pretendere troppo? Non credo. 

Risposta: abbiamo fatto tanto in passato e siamo stati sconfitti. Oggi seguiamo gli eventi, con l’occhio rivolto a ciò che accade.

“Il petrolio è un’attività industriale e pertanto altamente impattante.

Vogliamo un futuro senza il petrolio che, paradossalmente, non si può realizzare senza la partecipazione delle compagnie petrolifere che in qualche maniera debbono investire nelle energie pulite.” 

C’è una crisi vera e propria del sistema energetico legato al petrolio, ma questo dato non ha un peso determinante. Forse non ha alcun peso, purtroppo.


“I cambiamenti climatici sono una questione tale da essere addirittura imprescindibile. Noi chiediamo che entro un lasso di tempo ragionevole si possa vedere in Val d’Agri, ad esempio, ma non solo, qualcosa di completamente diverso dalla presenza delle trivelle. Qualcosa che preveda una riconversione economica verso modelli sostenibili.”


 

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