giovedì 9 febbraio 2017

PALAZZO ITALIA A BUCAREST


Giovanni Baldantoni a Palazzo Italia

Nel cuore  della Romania, Palazzo Italia a Bucarest non rappresenta semplicemente una strategia pubblicitaria ma una scelta imprenditoriale di grande respiro, non a caso sorta in Basilicata e trasferita nel paese dei Balcani dove lavoro e sviluppo sono anche lì un traguardo da raggiungere ma in un clima diverso, almeno per noi italiani. Un clima di impegno e di collaborazione tra le due realtá.
Palazzo Italia nasce dalla intuizione di un imprenditore lucano, Giovanni Baldantoni, impegnato da anni in un  complesso lavoro a sostegno di quelle imprese che hanno come obiettivo l'innovazione, ma non solo. 
Numerosi i settori nei quali queste aziende operano: dalle infrastrutture in Romania, supportate da finanziamenti europei, all'abbigliamento, alla tecnologia, al commercio di prodotti alimentari. La Romania ha appena oggi poco più di quattrocento chilometri di autostrade. Si spiega così lo sforzo per migliorare anzitutto i collegamenti.
Palazzo Italia, dunque, è un incubatore di imprese, ma anche un motore di sviluppo e soprattutto di importanti iniziative imprenditoriali. Ma con quali prospettive, Baldantoni?
"Palazzo Italia non è  semplicemente uno slogan. Ma una realtá impegnata a sostenere varie iniziative,  vicina non solo agli imprenditori quanto anche alle autoritá locali con buoni, direi ottimi risultati. Il nostro obiettivo primario è anche l'integrazione: se non siamo presenti a pieno titolo non potremo pensare di incidere sull'economia di quel paese balcanico, non potremo immaginare di riscuotere un successo con risultati apprezzabili. Di qui tutta una serie di scelte messe in campo finora, destinate a incidere in maniera netta sulla situazione economica di quel paese e a dare risalto all'operato degli imprenditori italiani, con particolare riguardo alle imprese che hanno radici nel Sud Italia."

Ci sono anche finalitá a sfondo sociale, con iniziative a sostegno dei più bisognosi. Un aspetto che valorizza il vostro ruolo.

"Certo, svolgiamo anche questo tipo di attivitá a vantaggio di chi si trova in difficoltá economiche, anche semplici cittadini. Una forma di solidarietá finora considerata molto valida in questo paese destinato a cambiare, a crescere anche se tra inevitabili difficoltá. Su questo terreno il nostro rapporto con le autoritá locali è molto apprezzato. Dal primo gennaio di quest'anno la nostra associazione è membro della Camera di Commercio romena, con evidenti riflessi sul quadro generale delle attivitá programmate per l'anno da poco iniziato."

Per voi la Romania è diventata a tutti gli effetti uno snodo interessante, non solo dal punto di vista commerciale e dei traffici di merci. Ma un paese cuscinetto, un paese di collegamento con il resto d'Europa.

"Infatti assistiamo al transito di merci provenienti da tanti paesi e in particolare dal medio oriente, dall'Africa. Cosa che ci consente di avere a portata di mano un osservatorio importante, non solo. Quanto un elemento di connessione con altri territori. Credo sia questa una condizione assolutamente indispensabile per crescere. La Romania ha bisogno di tecnologie e di risorse per essere al passo con il resto d'Europa. Questo il nostro obiettivo primario, nell'interesse ovviamente dei singoli e delle imprese. Il cammino intrapreso di collaborazione tra imprenditori italiani e autoritá locali ci dá ragione e ci incoraggia a proseguire su questa strada."

Nella vostra iniziativa, che va avanti ormai da tempo, c'è anche un aspetto culturale da non sottovalutare affatto.

"Abbiamo a metá marzo un importante convegno che vede impegnata la facoltá di teologia di Bucarest, un'associazione araba e naturalmente  Palazzo Italia. Serve per costruire il dialogo, che è obiettivo determinante. Dialogo politico e interreligioso. Un'occasione di assoluto rilievo, alla quale teniamo molto, davvero. Vogliamo essere all'avanguardia e le premesse ci sono tutte.
 Palazzo Italia, inoltre, è sede di corsi di approfondimento e di migliore conoscenza di varie discipline, ai quali partecipano giovani di diverse universitá del nostro Mezzogiorno: l'ateneo della Basilicata, ma anche quello della Calabria. Teniamo molto all'aspetto formativo da non trascurare: esso può essere, e anzi è a tutti gli effetti, l'asse portante di un modello di sviluppo in grado giá di dare frutti concreti. In Romania e non solo."

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