giovedì 9 giugno 2016

SALTA PER ORA LA VISITA DI PAPA FRANCESCO?






La notizia circola da qualche tempo e sembra essere ormai certa: con tutta probabilitá sará annullata la visita in Basilicata di Papa Francesco, prevista per il prossimo mese di settembre. Secondo quanto si apprende in ambienti vaticani e della curia, la decisione sarebbe motivata dal gran polverone suscitato dall'inchiesta sui giacimenti di petrolio, sia a Viggiano che a Tempa Rossa.
Sembra questa e non altra la causa dell'annullamento della visita che il Pontefice intende comunque non cancellare dai suoi programmi, con l'obiettivo di rendere omaggio alla Vergine del santuario Mariano di Viggiano e alle popolazioni che si riconoscono nella misericordia e nella umiltá, in questo anno del Giubileo.
Un omaggio alla Basilicata, dunque, terra di grandi tradizioni religiose e simbolo delle risorse del creato che l'uomo non può ignorare. I boschi, la natura che non accetta di essere violentata in nome del progresso e poi il lavoro che manca, con punte da record, per i giovani soprattutto.  
La testimonianza è l'enciclica Laudato Si' nel migliore spirito francescano che esalta la Terra espressione della volontá divina e, al tempo stesso, una risorsa nelle mani degli uomini.
Eppure la Basilicata, proprio in un frangente così delicato e problematico, ha bisogno di esempi e di voci autorevoli ai quali rapportarsi. Un viatico per andare avanti e sapere soprattutto che bufere come quella del petrolio, e altre ancora, hanno radici profonde che non si possono ignorare. Ma che, tuttavia, non sono in grado di lanciare un'ombra su un intero popolo sul quale pesano problemi di ogni genere e interrogativi non certo da nulla.
Quella in corso  non è soltanto una vicenda giudiziaria di competenza dei magistrati: è una questione che attiene allo sviluppo, all'economia, alla volontà di crescita che non può essere bloccata da fatti come quelli contestati a varie persone ritenute responsabili di condotte illecite.
Dal punto di vista etico, morale ma anche penale la comunitá lucana appare del tutto estranea alla serie di atti criminosi di cui si parla: non può esserci in alcun caso un giudizio negativo da estendere a migliaia di persone a vario titolo e in certa misura responsabili di quanto avviene o è avvenuto in un passato più o meno recente. 
Forse, più che altrove, in Basilicata la manifestazione di un orientamento politico e amministrativo non va considerata come un tacito sostegno a qualunque forma di devianza: la pubblica opinione non c'entra con  certe operazioni  di potere costruite all'ombra di silenzi colpevoli e strutturate in una dimensione nazionale, addirittura. L'obiettivo di tante persone, giovani o meno giovani, è quello di partecipare a una produttività che a sua volta comporti processi alla luce del sole, lontani da manovre e sotterfugi. Da scelte criminali.
Per cui la Basilicata non merita di essere ritenuta minimamente responsabile di quanto sta accadendo e quanto sta accadendo è davvero affare di pochi.
Per cui la visita di Papa Francesco non va a impattare con un sottobosco di delinquenza e di malaffare diffuso. Anzi la visita ha il pregio di dare un giusto riconoscimento alla correttezza, alla onestá  di tanti, alla volontá generalizzata di considerare la regione un motore di positivitá e di corretto uso del bene comune, che non è poca cosa. Soprattutto nei confronti del Paese. 

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