giovedì 16 giugno 2016

LA STAGIONE DEI PARCHI: AMBIENTE, CULTURA E STORIA


                               
                               
               ASCEA  La zona archeologica nella terra di Parmenide (foto R. De Rosa) 


Abituare le popolazioni del Mezzogiorno a vivere  i parchi, in un Sud alla ricerca di una dimensione diversa, non è impresa da poco. Tutt'altro. Al contrario, è un obiettivo di assoluto rilievo e forse una sfida. 
Ne sono consapevoli i responsabili delle principali aree protette della Basilicata e non solo, che credono nel triangolo Appennino - Cilento e Pollino. Tre colossi nel campo dei parchi nazionali. Queste realtá, ciascuna con il proprio specifico, rappresentano una sfida da non lasciar cadere nel nulla contro l'abbandono, lo spopolamento dei territori, l'indifferenza per un patrimonio che vale non solo chissá quanto, in ogni caso la vera industria sostenibile per il Mezzogiorno del terzo millennio, visto che il Nord, tra l'altro,  vive di natura e turismo non da oggi.
L'Appennino attraversa una stagione importante, sotto vari punti di vista. Il "parco sentinella"  nella bufera del petrolio ha un significato ben preciso che il presidente Totaro ribadisce, tra l'altro, sin dall'inizio del suo mandato. Protezione ad oltranza della biodiversitá. Ma anche storia e cultura sono gli attrattori più interessanti, con maggiori possibilitá di catturare l'attenzione della gente. La fondazione Sinisgalli aderisce al Parco per valorizzare la figura dell'ingegnere poeta.
Intanto il Pollino ribadisce la sua funzione di parco storico del Sud, mentre il sindaco di San Severino lucano, Franco Fiore, importante centro del parco, ritorna a parlare di Rueping, la societá tedesca che avviò un enorme disboscamento e che oggi fa discutere a decenni di distanza. Anche questa è storia di un tempo lontano. E il Presidente Pappaterra si soffema sul peso internazionale che l'area ha in una visione particolare del massiccio, ormai patrimonio dell'Unesco.
Frattanto con i primi caldi il Cilento si popola di turisti e di visitatori, oltre ai bagnanti. Scolaresche in gita ai luoghi di Parmenide, il filosofo dell'essere, studiosi italiani e stranieri nelle aree archeologiche. Il mito della Magna Grecia affascina e cattura la curiositá di tanti. 
Tommaso Pellegrino è presidente da poco del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. Definizione complessa riferita a un'area dalle grandi potenzialitá, con gli Alburni e un mare fantastico.
Il collegamento con i temi dell'ambiente si spiega in fondo anche con il suo ruolo di medico, determinato a mettere in relazione salute e habitat. Ma la sua è una vocazione a fare del parco il motore di uno sviluppo possibile capace di riuscire a superare vecchie e nuove criticitá. 
"Noi abbiamo un impegno sempre, non solo nel periodo estivo, in difesa del Parco e per farlo conoscere. L'obiettivo non è solo quello di promuovere il territorio, ma di innescare dei processi che siano duraturi nel tempo."

La gente dei diversi centri del Cilento per tante ragioni si riconosce in questa realtá, cosa che non accade altrove.  Emerge la funzione sociale del Parco.

"Il parco oggi è la più grande opportunitá di cui disponiamo, e la gente ne è consapevole. Lo sanno soprattutto i giovani. Dobbiamo essere in grado di trasformare il bello in utile, un utile non speculativo. Evidentemente.
Stiamo lavorando per dare alla cultura il giusto peso, secondo una visione che ci porta a valorizzare il passato e a metterlo a frutto nel presente. Siamo fiduciosi di riuscire a imprimere una forte spinta all'intera area in questo senso." 

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