sabato 25 giugno 2016

"RADIO ANCH'IO" NEL GIORNO DELLA BREXIT



Che la radio sia uno strumento addirittura magico, specie in particolari circostanze in cui l'opinione pubblica ha sete di notizie, non è certo una novitá.
Lo speciale di "Radio anch'io", su Radio Uno Rai, la mattina del 24 giugno  in cui il mondo si è trovato a fare i conti con l'uscita dell'Inghilterra dall'Unione europea ha tuttavia superato ogni ottimistica previsione. 
La trasmissione, condotta da Giorgio Zanchini, merita un apprezzamento per l'immediatezza degli aggiornamenti, il ventaglio di questioni affrontate con la necessaria chiarezza, proprio mentre l'Europa assisteva all'imprevisto risultato del responso delle urne in Gran Bretagna.
Perfetta l'organizzazione dello speciale. Di ottimo livello la capacitá di far comprendere all'opinione pubblica il significato dell'evento. Il suo peso sul piano internazionale. Le ragioni alla base della richiesta della consultazione popolare. E, non ultimo, il tema dei mille retroscena che l'euroburocrazia inevitabilmente nasconde.
Non è facile spiegare uno per uno i vari passaggi che hanno consentito agli esperti di mettere a fuoco le ragioni dei due fronti contrapposti in un clima dominato dal succedersi caotico delle notizie dovute sia all'entitá dell'evento, sia al bisogno di chiarezza: forse mai come in una circostanza del genere la necessitá di informare è apparsa così pressante. 
"Radio anch'io" ha dato conto davvero di tutto in una mattina che sembrava surreale, mentre il mondo stava a considerare un evento apparso subito di enorme portata. 
Far capire alla gente il senso politico dell'Unione è stato il compito di Radio anch'io, che ha fatto luce sui mille pressappochismi, le imprecisioni, le idee sbagliate. I tanti errori di valutazione diventati veritá inoppugnabili in certi casi.
Quale il risultato concreto? Uno anzitutto: entrare nelle pieghe di questo meccanismo complesso, l'Europa appunto,  non è cosa da poco. Anzi è una necessitá se immaginiamo che il rapporto della opinione pubblica con l'Unione deve essere quotidiano e reale. La disinformazione gioca un ruolo fortemente negativo e determina in fin dei conti esiti disastrosi.  
Gianni Pittella, europarlamentare e presidente del Gruppo S&D parla delle inesattezze raccontate ai cittadini britannici e sostiene che non c'è un solo motivo che possa giustificare l'abbandono della UE.
Un universo da ricostruire anzitutto alimentando il dibattito e facendo conoscere ai cittadini dell'Europa la reale portata di questo meccanismo, che sovrasta un po' tutto e tutti, da migliorare e adeguare alle mille esigenze ma non certo da distruggere. Sarebbe come cancellare decenni di storia. 

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